DI CLAUDIA SABA
Abbiamo pensato di uscirne migliori.
Solo due anni fa.
Abbiamo appeso drappi sui muri con la scritta “andrà tutto bene”.
Abbiamo cantato e ballato sui balconi.
Abbiamo sperato che “madame Europa”, potesse diventare più umana e le persone più solidali tra loro.
Abbiamo sentito la mancanza di un abbraccio.
Fiduciosi di poterlo fare ancora alla prima occasione possibile.
Abbiamo visto corpi cadere al suolo in ogni dove e “grandi” della terra piangere per le tante morti dei loro paesi.
Poi abbiamo smesso di cantare.
Aspettando che arrivasse qualcuno a portarci fuori dall’inferno.
Ed è arrivato.
Il vaccino, e con lui, la speranza di riprendere in mano le nostre vite, di scambiarci finalmente quell’abbraccio così tanto atteso.
Al suo posto, è arrivata invece la resa, dopo la paura di un domani incerto e mille pericoli che hanno distorto la nostra realtà.
La gioia “effimera” di essere stati scelti a vivere, ci ha reso talmente fragili da non vedere oltre noi stessi.
Così non abbiamo compreso che “madame Europa”, in quei lunghi mesi, non ha mai smesso di guardare a noi come numeri.
Che l’altro non è mai stato davvero solidale.
Che si è soltanto aggrappato a noi per non cadere anche a costo di far cadere noi con loro.
Che quel miracolo del vaccino che salva, in realtà ha “salvato” molto di più chi lo ha prodotto.
E così Gianluca Gori ha dovuto vestirsi di altro per essere riconosciuto.
Drusilla conosce bene l’animo umano.
E sa che l’uomo preferisce credere a una bugia elegantemente vestita e ben raccontata, piuttosto che alla nuda verità.
Drusilla Sa che in questa società è ancora l’abito che fa il monaco.
Che solo l’apparenza conta.
E quando arriva qualcuno a sbatterci in faccia la realtà, lo umiliamo e deridiamo pur di continuare a illuderci che solo noi siamo i veri portatori di Verità assolute.
E gli altri?
Tutti pazzi.
Credo che Drusilla rappresenti in pieno il nostro falso io.
Quello che vede solo ciò che vuol vedere.
Che si chiude in una bolla dorata per nascondere a se stesso ogni debolezza e fragilità.
No, non siamo diventati più forti, non siamo diventati umani.
Siamo diventati più ipocriti.
E Drusilla, il nostro falso io, non è ancora pronto a conoscere la nostra triste Verità.
Quella che permette di offendere senza pudore un uomo, una persona in palese difficoltà come Grignani, per essersi messo a nudo con tutte le sue fragilità.
No, di umano, non è rimasto proprio niente.
E i “grandi” della terra, adesso, non piangono più.