NON C’E’ PEGGIOR DITTATURA DI UNA FALSA DEMOCRAZIA

DI MARIO PIAZZA

 

“Non c’è peggior dittatura di una falsa democrazia”
(Mohamed Fedi Ben Saadi)
Anche senza addentrarsi nei tecnicismi e nelle genesi politiche credo sia sotto gli occhi di tutti che, a partire dalla legge fascista Acerbo del 1923 passando per la “legge truffa” voluta da De Gasperi per arrivare ai Mattarellum, Italicum, Porcellum e Rosatellum dei giorni nostri, tutte le leggi elettorali che il nostro paese ha adottato hanno sempre avuto due obiettivi precisi: dare un ingiusto vantaggio a chi già deteneva il potere e contemporaneamente aumentare il dominio delle segreterie dei partiti sui propri rappresentanti in parlamento, quelli che chiamiamo con spesso ingiustificato e massimalista disprezzo “peones”.
Lo strepitoso successo grillino del 2018 contemporaneo alle manovre renziane all’interno del PD hanno portato la democrazia parlamentare al suo punto più basso, a questo aggiungiamo la imminente drastica riduzione del numero dei parlamentari (da 945 a 600), lo sfarinarsi di tutti i partiti che superano il 10% e l’implosione di quel mercato delle vacche che abbiamo elegantemente chiamato “bipolarismo” e, se abbiamo davvero a cuore la democrazia, la Costituzione e la rappresentatività popolare, non possiamo far altro che ripartire da zero.
“Fuori i mercanti dal tempio” avrebbe detto il Nazareno e per cacciarli occorre tornare alle origini della democrazia, a quel sistema proporzionale puro che, giusta o sbagliata che sia, finalmente restituirebbe la parola al popolo.
Citando di nuovo il Nazareno “E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago…”.