DI CLAUDIA SABA
Ma noi, donne “forti”, ci siamo sempre dette che non è vero, che non vogliamo affatto un “finale” così.
Che a noi piace rischiare, sudarci tutto fino allo spasimo.
Che a noi piace lottare senza dare mai nulla per scontato
Che tutto può cambiare in un secondo e se non cambia
alla fine saremo noi a cambiare qualsiasi situazione.
E così abbiamo assistito a tutte le nostre cadute
senza mai cadere per davvero.
Ci siamo fermate sempre un po’ prima, prima di toccare il fondo.
Abbiamo stretto i denti
senza mai demordere o abbandonare il campo.
Abbiamo attraversato tempeste più o meno intense, cambiando il decorso, il senso delle cose.
E ci abbiamo messo fantasia, immaginazione,
nel trovare sempre
dentro ogni cielo
Il più fulgido arcobaleno.
Anche quando non c’era
Anche quando il
Sole era ben oltre le nuvole, anche quando era lontano mille miglia.
E quante volte di notte ci siamo fatte forza da sole perché un uomo in fondo, per noi
non era mai indispensabile.
Perché, ci siamo dette,
quelle forti e dure
sanno andare avanti benissimo.
Anche senza un uomo.
E poi arriva quella notte,
la notte più buia della nostra vita.
Quella in cui sentiamo le nostre forze venire meno
E per la prima volta
Comprendiamo
Che la maschera con cui ci siamo nascoste non basta più
Che ce la siamo cucita addosso
Solo per nasconderci dalle nostre paure
Riscopriamo ciò che vogliamo essere,
ciò che siamo,
Con tutte le nostre fragilità,
i nostri mille difetti e con il desiderio, a volte, di sentirci protette, curate, amate.
Allora impariamo
che si può,
si deve scrivere di noi
anche una storia diversa.
E che non è poi così banale, credere, in un finale scontato.
Che è proprio questo
ciò di cui, a volte,
abbiamo davvero bisogno.