DI ANTONELLA PAVASILI
Certi angeli scendono sulla terra per regalare amore, gioia, forza.
Li riconosci dal sorriso, dagli occhi, dalla luce che emanano.
Sono angeli speciali, attraversano con dolcezza il loro tempo e poi volano via leggeri come nuvole.
Calogero era uno di questi angeli.
Sorrideva, amava, gioiva e illuminava tutto intorno a se.
Lo conoscevo solo di vista Calogero, ma tanto basta.
Negli ultimi giorni ho visto spesso le sue foto su Facebook condivise da tanti amici che invitavano tutti a pregare per lui.
Si era ammalato Calogero.
Il maledetto Covid non ha avuto pietà di lui.
Ha ghermito le sue ali e se lo è portato via.
Troppo presto, davvero troppo presto.
Aveva solo 25 anni Calogero e la sua anima pura era un inno alla vita.
Nessuno dovrebbe morire a 25 anni, per nessuna ragione.
Meno che mai per un minuscolo e schifoso virus.
Ma Calogero era un angelo.
E gli angeli non muoiono mai.
Si spostano un po’ più in su e da lassù continuano ad illuminare tutto intorno.
Lo sappiamo tutti che Calogero è un angelo.
Ma in queste ore, da quando si è diffusa la notizia, non riusciamo a smettere di piangere.
Perché certi angeli dovrebbero rimanere quaggiù il più a lungo possibile.
Perché Calogero aveva troppo amore dentro.
E di amore abbiamo tutti bisogno.
Sempre.
Il cielo oggi è azzurro, di un azzurro speciale.
Il sole splende così intenso da stordirci.
Nessuna nuvola.
Sole luce e un manto azzurro.
Lassù si sono organizzati.
La festa è pronta.
Per accogliere il più bello degli angeli.