DI EMILIANO RUBBI
Io non voglio entrare nel merito della sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato il referendum sull’eutanasia legale, non sono assolutamente in grado di commentare con cognizione di causa una materia giuridica così complessa, posso solo dire che, personalmente, mi dispiace moltissimo.
La cosa di cui vorrei parlare, però, sono le reazioni dei “soliti noti” (Pillon, Adinolfi, Giorgia Meloni ecc.) alla notizia.
Perché tutti questi hanno gioito del fatto che il referendum non sia stato dichiarato ammissibile.
Principalmente perché sanno benissimo che la stragrande maggioranza del Paese, invece, sarebbe d’accordo con una legge che rendesse legale l’eutanasia.
In pratica: il Paese reale vuole una cosa?
Loro se ne fregano e festeggiano perché quel “popolo” di cui si riempiono la bocca ogni giorno non viene messo nella condizione di potersi esprimere, di poter scegliere.
Avete presente quando la Meloni, regolarmente, si mette a frignare perché non si va al voto quando dice lei?
Avete presente la retorica del “popolo che non può esprimersi”?
Ecco, in questo caso lei sta festeggiando perché quello stesso popolo non può scegliere se e quando mettere eventualmente fine alle proprie sofferenze.
E perché?
Per questioni etiche e morali di origine religiosa.
Cioè: secondo Meloni & Co. la loro religione deve poter decidere per tutti, anche per chi non crede, anche se “gli altri” rappresentano la maggioranza e loro sono in minoranza.
Ricordatevelo, la prossima volta che sentite parlare questa gente di “democrazia” e di “volontà popolare”.