DI LUCIANO RAGNO
E’ già domenica.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Quel fruscio di carta.
Ogni tanto un giornale scompare. Sabato uno è tornato. E’ la “Gazzetta del Mezzogiorno”, la voce di Puglia e Basilicata. Sette mesi fuori dell’edicola.
Il giornalismo, pur nuotando in un oceano di difficoltà, arriva sempre a riva.
Perché non finisce mai la voglia del giornalista di guardare che mondo fa. Ascoltarlo. Commentarlo. Mettendoci ,con la firma, la faccia: un coraggio unico di questi tempi dove tutti lanciano il sasso e ritirano la mano.
Perché è sempre grande la soddisfazione del giornalista di ritrovare al mattino, dopo una notte di lavoro, l’articolo nelle mani di chi ha il piacere di sentire quel fruscio di carta mentre vuol sapere che mondo ha fatto mentre lui dormiva. E gli dica che mondo, forse , farà.
E soprattutto l’orgoglio del giornalista di aver dato, con la sua voglia di raccontare, una mano alla democrazia e alla libertà.
Leggo e ascolto attacchi a noi giornalisti da gente che non sa e si vanta si sapere più di chi sa. E che si infastidisce nel sentire quel fruscio di carta. Non è abituata a leggere.
Replico con Oscar Wilde:
“Fu un giorno fatale quello nel quale
il pubblico scoprì che la penna
è più potente del ciottolo
e può diventare
più dannosa di una sassata”.
La penna continua a scrivere anche senza avere accanto il calamaio. Anche quando racconta nell’oceano delle difficoltà.
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Fonte dell’immagine: ilfaroonline.it