DI LUCA BAGATIN
La Lega dei Giovani Comunisti della Gran Bretagna (YCL), movimento giovanile del Partito Comunista Britannico, ha espresso – in un comunicato – il suo rammarico per l’escalation bellica in Ucraina.
“Mentre Vladimir Putin e il suo governo oligarca non sono amici dei lavoratori in Russia e a livello internazionale, la strategia e le priorità della NATO rimangono chiare. Nella sua rivalità inter-imperialista con la Russia, ha tentato di accerchiare e minare la Russia usando l’Ucraina come capro espiatorio e luogo di messa in scena per i suoi interessi” – si legge nel comunicato dei giovani comunisti britannici, che prosegue affermando che: “e ora è il popolo ucrano che ne paga il prezzo (…). Un intervento della NATO ora significherebbe una guerra mondiale, e condanniamo la NATO nel modo più forte possibile per aver posto i cittadini ucrani in questa situazione”.
“Non vogliamo assistere a una presenza continua delle basi NATO nell’Europa orientale. Tali azioni cercheranno solo di provocare ulteriormente la Russia. Non vogliamo vedere le forze armate borghesi britanniche schierate nell’Europa orientale in un ruolo offensivo o difensivo, né vogliamo una presenza della NATO continua in Gran Bretagna, né una presenza britannica nella NATO”, prosegue il comunicato, che fa altresì presente come “Miliardi di sterline spesi per un arcaico patto di difesa anticomunista sarebbero meglio spesi a casa – pagando il costo della pandemia e risolvendo la crisi del costo della vita (…). Inoltre non dobbiamo dimenticare che i governi insediati in Ucraina dopo le proteste di Maidan contengono elementi apertamente fascisti e neonazisti – le affermazioni di Putin sulla “denazificazione” non sono completamente inventate. L’esercito ucraino è sostenuto da battaglioni paramilitari neonazisti che glorificano apertamente i collaboratori nell’olocausto. Truppe in prima linea in Ucraina sporgono apertamente svastiche e simboli delle SS”.
I giovani comunisti britannici si schierano dunque contro il militarismo, affermando che: “I veri vincitori dell’allarmismo e del militarismo sono i produttori di armi e i monopoli che fanno pressione sui governi con tanta forza a favore dell’espansione e dell’intervento militare, tutto per guadagnare miliardi. Le vittime, come sempre, sono le persone che lavorano”.
E sottolineano come “I giovani britannici e i giovani del mondo non hanno nulla da guadagnare dall’imperialismo che spinge per guerra. Una spinta alla guerra che priva le nostre comunità, divide il nostro pianeta e minaccia l’esistenza dell’umanità. I giovani comunisti britannici, mano nella mano con i nostri compagni in tutto il mondo, sono determinati ad opporsi ai guerrafondai e al militarismo”.
La Lega dei Giovani Comunisti britannici chiede, in conclusione del comunicato, dunque: “il ritiro immediato dalla NATO della Gran Bretagna”; “una politica estera basata sulla pace, la cooperazione e lo sviluppo internazionale, non sulla guerra e l’estorsione”; il “disarmo nucleare unilaterale da parte del Regno Unito”; il “ritiro di tutto il personale militare britannico dall’estero e chiusura di tutte le basi straniere” e “la riassegnazione del bilancio della difesa a fini pacifici tra cui sanità, istruzione, alloggi e creazione di posti di lavoro”.
Il Partito Comunista Britannico ha chiesto altresì “un cessate il fuoco immediato in Ucraina, l’interruzione di tutte le operazioni militari e l’inizio dei negoziati per giungere ad una giusta soluzione della questione ucraina” e ha aggiunto in un suo comunicato che “Le sanzioni contro la Russia non solo renderanno più difficile qualsiasi progresso. Danneggeranno anche il benessere dei popoli di Russia, Ucraina e del resto d’Europa, compresa la Gran Bretagna, rendendo l’Europa più dipendente dalle forniture energetiche delle società statunitensi e delle dittature del Medio Oriente”.
“L’obiettivo dovrebbe essere un’Ucraina smilitarizzata e neutrale i cui confini sovrani siano rispettati e garantiti internamente ed esternamente”, afferma il comunicato del CPB.
Messaggio analogo lo hanno voluto dare gli attivisti del Partito Comunista di Grecia (KKE) e dalla sua ala giovanie, partecipando a una grande manifestazione antimperlialista e contro la guerra, tenutasi ad Atene, davanti alle ambasciate di USA e Russia.
Anche i comunisti greci ritengono che, l’unica lotta che valga la pena di intraprendere, sia quella popolare e che la Grecia non dovrebbe lasciarsi coinvolgere in un conflitto.
Il Segretario Generale del Partito Comunista di Grecia, Dimitris Koutsoumbas, ha affermato altresì che “Solo una strategia politica autonoma e indipendente, contro i piani borghesi e imperialisti, è l’alternativa per i lavoratori e i popoli”.
Luca Bagatin