ESSERE ZAPPE NELLE TRATTATIVE DIPLOMATICHE

DI GIOACCHINO MUSUMECI

 

Le ipotesi di dialogo per il cessate il fuoco e avviare un negoziato, compreso il primo step tra russi e ucraini a Grodno al confine con la Bielorussia, sono partite male se lo stesso Biden in risposta all’invasione dell’Ucraina ha detto che intende fare di Putin “un paria sulla scena internazionale”. Dichiarazioni che insieme a quella precedente sulla possibile terza guerra mondiale danno la misura del basso capitale di lungimiranza di cui è fornita l’amministrazione americana che, diciamolo, ha il comando dei 30 paesi Nato.
Non parliamo poi delle dichiarazioni avventate della Von der Leyen sull’ingresso dell’Ucraina nella UE.
Cerchiamo di capire come potrebbe proseguire quest’orribile sequela di eventi.
Secondo la visione occidentale le responsabilità del conflitto cadono interamente sul presidente Russo. Diciamo che sia assolutamente vero, Putin è matto e invade l’Ucraina. Se Putin è matto bisognerebbe eliminarlo subito ma non si può fare. Quindi la risposta quantomeno singolare al matto guerrafondaio, è armare l’Ucraina perché possa difendersi. In poche parole si allunga il conflitto sebbene l’esito della guerra, viste le forze in campo, sia abbastanza scontato.
Oggi dopo appena pochi giorni, si parla della Russia sfinita dalle sanzioni, e magari fosse, significherebbe che Putin, ma c’è da dubitarne, non abbia valutato per filo e per segno le conseguenze delle proprie azioni.
Sul fronte occidentale avranno fatto lo stesso. Allora a chi giova allungare la guerra piuttosto che optare in massa verso la diplomazia come si sarebbe dovuto fare prima di questo delirio?
A parte l’industria bellica, allungare il brodo porterà a conseguenze ovvie: maggior numero di morti, maggiori spese, maggiori pressioni della comunità internazionale affinché il conflitto venga sedato.
In mezzo c’è Zelensky a cui alcune cose temo non siano chiarissime: ad est c’è un dittatore senza scrupoli, e lo sappiamo, ad ovest gli avvoltoi. Mi spiego meglio: quando la guerra si sarà protratta il tempo necessario, la popolazione sarà talmente stremata da chiedere in coro la fine del conflitto. L’opinione pubblica occidentale non vedrà l’ora di sapere che gli Ucraini siano stati salvati dalle grinfie di Putin, e solo a quel punto prevarrà la diplomazia. Zelensky scoprirà quanto la comunità internazionale sia sinceramente interessata alla sovranità dell’ Ucraina.
Con tutta probabilità lo stato sarà spacchettato in due o tre parti. Ad Ovest la Ue con prospettive remote di Nato, al centro una zona neutrale, ad est Repubbliche autonome e la Crimea a Putin proprio come sta chiedendo.
Così UE, Nato e Russia saranno soddisfatti, Zelensky cederà territori che non voleva cedere e nulla potrà farci pena essere destituito. Nessuno si preoccuperà della sovranità lesionata precedentemente e restituita a uno stato dimezzato. Avrà avuto ragione Kissinger: “il test della politica non è la soddisfazione di una parte ma l’insoddisfazione accettabile di tutte le parti.”
Dimenticavo: tutto ciò se la UE dimostra di esistere come soggetto reale non come una sogliola nell’acquario americano.