DI CLAUDIO KHALED SER
Nella fiaba cristiana, l’Uomo venne incrociato per espiare colpe non sue, un prezzo da pagare alla vita terrena per esaltare quella spirituale. Il messaggio é chiaro e inequivocabile, per riscattarsi dalle pene, bisogna passarci in mezzo.
Quando nasciamo, la “Vita Crucis” fa parte del nostro bagaglio, ci viene consegnata con la croce che porteremo in spalla lungo il tragitto.
Ma mentre l’Uomo morì nel riscatto, noi vivremo dovendo riscattarci ogni giorno, affrontando le pene, vincerle per ottenere la resurrezione dalle nostre colpe.
Cammino non facile.
Ma quei due pezzi di legno sono soprattutto un simbolo di Solidarietà e di Fratellanza.
Egli morì liberando le colpe altrui, pagò l’onere di vivere, per spezzare catene in nome di una Misericordia che gli altri uomini non raccolsero. Solidarietà, Fratellanza e Misericordia, sono state lasciate su quella collina di Gerusalemme. Nessuno le ha fatte proprie. Nemmeno coloro che le hanno scritte sotto le loro bandiere.
Come i francesi che si sono riempiti la bocca di “libertè egalitè fraternitè” poi hanno passato la vita a bombardare, a dominare, a spezzare altri Paesi. Inutile citare i più recenti come l’Iraq, la Libia, il Camerun ……..
Ma ritorniamo sulla croce.
Quell’Uomo che aveva sempre parlato di Umanità, ha scelto di morire proprio per difenderla dall’egoismo, dall’arroganza dal male. Le sue braccia tese sul legno stanno a rappresentare un abbraccio con il quale, da quel momento, accoglieva gli altri uomini.
E’ morto concedendosi.
Non entro nel merito cristiano del racconto, la religione non mi appartiene.
Ma il messaggio SI.
Ed é semplice.
Solo con l’Amore verso gli altri, solo donando se stessi per gli altri, riscattiamo la nostra “Vita Crucis”.
Solo rinunciando al “mio” per il “nostro” possiamo costruire quella Uguaglianza, quella Fraternità e quella Libertà, tanto scritta quanto dimenticata.
Solo attraverso la Solidarietà verso coloro che non ce la fanno a portare la croce, aiutandoli a rialzarsi, a vincere le paure delle salite, il dolore degli inevitabili chiodi, realizzeremo il fine per cui siamo nati.
Senza questo, tutto il resto non ha senso.
Non hanno senso le nostre effimere vittorie quotidiane, non hanno senso le “cose” che accumuliamo, il presunto benessere, la stolta “felicità” che ci illudiamo di aver raggiunto.
Non ha senso il nostro pane sulla tavola, non ha sapore se pensiamo a tutti coloro a cui quel pane é negato.
La Fratellanza ha un sapore dolcissimo.
Il sorriso di coloro che hanno ricevuto ciò che abbiamo dato, non ha prezzo.
Fosse anche solo una briciola é un pezzo immenso.
Fate come Lui, allargate le braccia.
Accogliete, aiutate, siate uniti nella Fratellanza.
Solo così il “male” della schiavitù umana, delle catene del razzismo, del bieco egoismo, verrà estirpato.
Non é difficile essere generosi, basta volerlo.
Basta mettere gli altri sul nostro stesso piano o se preferite, sulla nostra stessa croce.
Dividere i pesi per sopportarli meglio, alleviare le altrui sofferenze per soffrire di meno.
Guardare la croce e dire ; Ho capito.
Non é difficile.
Basta volerlo.