LAGUERRA DELLE DONNE…

DI ANTONELLA PAVASILI

 

C’è la mamma che partorisce di notte, in un rifugio.
Fuori c’è l’inferno, stanno bombardando la sua città.
E lei mette al mondo la sua bambina e piange, e ride, e prega.
E nemmeno l’inferno più orribile le impedisce di sentirsi scoppiare di felicità.
C’è la nonna che è troppo anziana per fuggire.
Le sue gambe malferme non ce la fanno, i suoi occhi acquosi hanno già visto troppo.
Lei rimane, fruga nella scatola di latta ben nascosta, prende tutti i suoi risparmi e li dà alle figlie.
Vi serviranno, a me non servono più.
Scappate.
Le abbraccia e aspetta di vederle uscire per piangere.
C’è la ragazza che lì, nel rifugio, s’accorge di avere le mestruazioni.
Si vergogna, sussurra qualcosa a mamma, chiede alle altre donne.
Nasconde i pantaloni sporchi con una maglia e si chiede perché.
Perché sono nata donna?
C’è la donna in mimetica.
Imbraccia un fucile, lo guarda, lo odia e spera di non doverlo mai usare.
Noi siamo nate per dare la vita, non per toglierla.
Si fa coraggio.
Lo farò per i miei figli.
C’è la bambina sul selciato.
Non c’è più.
Non è stata risparmiata.
Chissà quanto dolore in quegli ultimi istanti.
Ci sono le altre.
Che cucinano, accudiscono, curano, si difendono, urlano, piangono.
E inventano storie di amore e felicità per i bambini.
E combattono.
La guerra delle donne.
La più atroce e contro natura.
Perché le donne sono state create per dare la vita.
E lo fanno sempre.
Anche quando fuori comanda la morte.
L’ otto marzo è per loro.
E anche per noi.
Donne