DI GIANCARLO SELMI
Una buonissima notizia: l’Europa e, quindi l’Italia, accoglierà i profughi ucraini che scappano dalla guerra. Lo farà perfino la Polonia, lo stesso paese che altri profughi lasciò ai suoi confini a morire di freddo. Freddo aumentato dall’acqua degli idranti. Lo farà con sorprendente entusiasmo Zaia, che con altri profughi non ha mai voluto avere a che fare.
È la dimostrazione che questa sia diventata per tutti noi, una specie di guerra santa. Come se le guerre non fossero tutte uguali ed i profughi, coloro che dalle guerre scappano, non fossero tutti uguali. Invece no, pare proprio che non sia così. I profughi siriani, quelli che scappavano da una guerra orribile, pare non lo fossero. Così come non lo erano quelli che scappavano dalle guerre civili in Africa, guerre ancora più cruente, perché complicate dai fattori etnici.
Quelli venivano in Italia con Rolex e telefonino, diceva il leader del partito di Zaia. E poi, diciamocelo chiaro, questi profughi hanno gli occhi azzurri, i capelli color del grano, vuoi mettere un profugo così con uno con la pelle scura e gli occhi neri come il carbone? E poi questi scappano da bombe e morte, non come quelli lì che scappavano da miseria, bombe e morte.
Accoglienza selettiva, carità pelosa. Tutto guidato da chi decide quali notizie dare e come darle. La nostra umanità parzializzata dal giudizio orientato dal pensiero unico. I bimbi ucraini sono finalmente bimbi, gli altri erano figli di incoscienti che li mettevano in viaggio ed in pericolo, nonostante scappassero anch’essi dalla distruzione. Mi chiedo cosa sarebbe avvenuto a scenari opposti, se l’invasione l’avessero ordinata gli americani: avremmo ugualmente tanto desiderio di accoglienza?
Perfino il covid-19 smette di essere un pericolo, perfino il super turbo bionico green pass, smette di essere necessario. E, per non farci mancare nulla, il buon Zaia, prevede di occupare i poveri profughi ucraini non vaccinati e senza green pass, al posto di ultracinquantenni italiani anch’essi senza vaccino e green pass, che sono costretti a stare a casa senza stipendio. Perché il motto del partito di Zaia è “prima gli italiani”. Fino a quando non decidono il contrario, ovviamente.
Viva l’accoglienza, per tutti.
Viva la coerenza.
Abbasso la guerra.