DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI
Ricapitolando (Poi fatemi nero, tanto ormai ci sono abituato)
Comincio a perdermi e mi domando: perché siamo in Guerra? Come è successo?
Se ho capito bene, tutto è degenerato quando Zelensky ha chiesto ufficialmente di entrare nella NATO, ma poi l’ha fatto? Non ho capito bene se era solo un’idea o una richiesta formale.
A questo punto Putin, che innanzitutto confermo penso sia un dittatore, pazzo, criminale (ed inventate pure tutte le parole che volete a supporto), prima minaccia e poi muove militarmente verso l’Ucraina chiedendone la neutralità e già che c’è chiede anche il riconoscimento della Crimea come territorio russo e l’indipendenza di Donetsk e Luhansk dove si era votato nel 2014 per la seconda volta l’autodeterminazione.
Zelensky, presidente ucraino, invece di pensarci su e magari restare neutrale ancora per un po’ in attesa di tempi migliori, insiste, si chiude in un bunker e comincia a sbraitare chiedendo aiuto alla NATO ed all’Europa per essere immediatamente ammesso sia nell’una che nell’altra, modello armatemi e partite.
A dir la verità qui non ho capito bene che posizione ha assunto la NATO nei confronti dell’Ucraina, ma l’Europa, almeno mi pare, sembra abbia subito aderito alle richieste sostenendo l’idea di ingresso immediato nell’unione ed inviando armi ed aiuti in Ucraina per rispondere al fuoco russo.
Cosi facendo, tra interventi diretti ed indiretti, la guerra si allarga a molte nazioni e può essere considerata (quasi) mondiale ed anche l’Italia, che in teoria ripudia la guerra, è di fatto parte del conflitto.
Questo punto pausa, perché se ho capito male fin qui il resto sarà tutto sbagliato, invece se ho capito bene, non essendo io uno stratega militare, qui temo comincino i veri guai.
Quindi, mentre il conflitto dilaga, la Russia accetta il negoziato, ma insiste sulle sue richieste: Ucraina neutrale, Crimea alla Russia, Donetsk e Luhansk indipendenti.
Sarò matto o incompetente, ma a me, sempre condannando l’aver mosso le armi, quelle russe sembrano richieste persino ragionevoli ed ovvie, in ogni caso Zelensky non è dello stesso avviso e dal bunker dove si è rifugiato tuona alla resistenza estrema in un crescendo, arrivando domenica scorsa a promettere la caccia all’uomo casa per casa per vendicarsi quando tutto sarà finito, uccidendo persino tutti i suoi nemici per potersi finalmente appagare, mentre la colpa dei morti attuali e dei profughi sarebbe dell’occidente che non manda abbastanza aiuti… (riassunto di quello che ho capito da una notizia ANSA)
A questo punto dovrei forse affermare che Zelensky è un pazzo dittatore invasato non migliore di Putin, invece penso sia solo un enorme idiota certificato arrivato per caso a capo di una nazione (come provato dalla sua storia “politica”) sull’onda del successo ottenuto come attore comico ed oggi totalmente ubriaco di potere, senza offesa per Grillo, una sorta di Beppe Grillo de noantri che ha perso il lume della ragionevolezza e tra il pazzo dittatore e l’idiota certificato la mia scelta ricade nell’evitare entrambi per cercare di capire come sottrarre la popolazione innocente ed inerme dalle grinfie di entrambi i pazzi.
Qui forse sta il vero problema, perché da non stratega militare penso che continuare a mandare armi possa significare solo una recrudescenza del conflitto ad libitum e la Russia non è certo uno staterello di provincia, ma una potenza economica e militare mondiale di tutto rispetto, facendo pensare che una guerra “vera” contro di lei non convenga davvero a nessuno, dai, diciamocelo, non serve scomodare i veri strateghi militari, basta aver giocato a Risiko una volta per saperlo, anche se a Risiko più che la strategia serve culo con i dadi ed io, diciamoci anche questo, non solo non solo non sono uno stratega, ma sono anche davvero sfigato coi dadi…
A questo punto, però, non sfoderate di sapere tutto perché siete ucraini o di un paese confinante, o anche solo che avete moglie, colleghi o contatti sul posto, la verità in tasca non ce l’ha nessuno, io meno che voi e, se volete fare la prova di ciò, provate a chiedere a dieci vostri condomini o colleghi se pensano che l’Italia sia davvero un paese democratico, cosicché tra dittature sanitarie, presidenti non eletti dal popolo e balle varie avrete un’idea di cosa potrebbero dire se intervistati da un giornale straniero e che immagine verrebbe trasmessa della nostra nazione.
Non è un caso se all’estero ci conoscono per il paese della pizza, mafia e maccheroni, ma siamo davvero così?
Torniamo a noi: la popolazione ucraina, in ogni caso, non può scegliere, lo fa Zelensky per tutti e senza necessità di consultazione del popolo per democrazia delegata, è il presidente e decide lui come previsto dalla legge, così decide per la resistenza “a tutti i costi” chiamando in ballo la comunità internazionale dalla propria parte.
Qui mi scuserete ancora, spero, ma se la scelta del governo ed il supporto internazionale prevede profughi, morti e miseria diffusa… beh, io personalmente non sono per nulla d’accordo.
Oggi, apparentemente, un modo per fermare la guerra sembra essere a portata ed è la stessa Russia che l’ha iniziata che lo propone, è inutile ripetere le condizioni ma mi chiedo davvero chi possa danneggiare una Ucraina neutrale ed il riconoscimento di territori che hanno già espresso la volontà di essere indipendenti, al massimo mi verrebbe da ribattere “ok, ma rifacciamo le elezioni sotto controllo ONU per vedere se è tutto confermato”.
Sapete però che non sono uno stratega, quindi ad affidarmi al cuore forse sbaglio, ma se invece fosse una scelta giusta?
E se accettare oggi queste condizioni potrebbe fermare il conflitto e limitare i danni fosse la soluzione?
In fondo sappiamo tutti molto bene che non finirebbe comunque cosi, dopo il cessate il fuoco ed il rientro nei ranghi vi saranno mille processi, ogni cosa sarà analizzata nel dettaglio, anche in Iraq si scoprì dopo che non esistevano armi chimiche, ma ormai la resa era fatta e si dovette guardare avanti salvando la popolazione, mentre continuando a bombardare per un principio di qualcuno, chiunque questo sia, vedo solo morte e danni per tutti, per la popolazione locale, per quelle che accoglieranno i milioni di profughi e per il resto del mondo a causa della recessione che vi sarà e che è già iniziata.
Sta a noi decidere se limitare o meno i danni fermando la guerra, abbiamo accettato la globalizzazione perché portava benessere, andavano bene i soldi sporchi degli oligarchi, sia russi che cinesi, indiani e via dicendo, perché “pecunia non olet” mai, abbiamo acclamato le multinazionali che portavano capitali, affidato la nostra dipendenza energetica all’estero perché costava meno, abbiamo persino accettato l’importazione forzata di prodotti che noi produciamo meglio e di più per la pace economica internazionale, la questione delle quote latte la ricordiamo tutti, e via dicendo, poi, un giorno, uno dei nostri “amici” di cui abbiamo tollerato passivamente la dittatura per decenni dichiara guerra e noi (tramite il nostro governo), entriamo in conflitto senza esitazione facendone tutti globalmente le spese, chi più, come le popolazioni bombardate, chi meno, con nuove tasse e balzelli di cui non sentivamo certo la mancanza dopo la pandemia, ma tutti.
Quindi ora dovrei forse ripetere la domanda sul perché siamo in guerra, al contrario specificherò meglio: contro chi siamo davvero in guerra? O forse dovrei dire: da che parte stiamo in questa guerra che non abbiamo voluto noi?
Non so voi, ma io sto con l’umanità, che non è questo o quel popolo che si vuole autodeterminare o meno, ma l’umanità in quanto tale, ovvero chiunque soffra per le scelte di altri e se per cercare di evitargli il peggio e farlo star meglio devo arrendermi ad una guerra fatta per principio tra un inesperto idiota ed un esperto dittatore… beh, me ne farò una ragione.
Ho esagerato con il testo, lo so, e, anche se vorrei dire molte altre cose, per ora chiudo citando solo altre tre frasi, una attribuita a Neruda, la cui umanità è indiscussa, “le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi per gli interessi di persone che si conoscono ma che non si uccidono”, una di Mussolini, che sul potere la sapeva lunga, “regimi democratici possono essere definiti quelli nei quali, di tanto in tanto, si dà al popolo l’illusione di essere sovrano, mentre la vera effettiva sovranità sta in altre forze talora irresponsabili e segrete” ed, infine, una mia che ripeto spesso quando mi occupo di sindacato, “talvolta per vincere si deve prima perdere”.