DI RAFFAELE VESCERA
Ennesima figuraccia di Salvini, si presenta al confine ucraino e viene accolto al grido di “buffone”.
Ecchelà, l’ultima figura peregrina, questa volta internazionale, dell’eterno camaleonte “capiton Salvin” in missione di pace, si fa per dire, in Polonia, dove, facendo tappa in un paesino al confine dell’Ucraina, pensava di essere accolto con tutti gli onori da sindaco e cittadini.
Ma il sindaco di Przemysl, tale Bakun, ancorché sovranista di destra come Salvini, non dimentico dei parteggiamenti del capo leghista per Putin, invece che a rose e fiori lo accoglie a pesci in faccia, e dicendogli che non lo accoglieva in Municipio gli mostra. la maglietta con la faccia di Putin, da Salvini indossata per accreditarsi al capo del Cremlino.
Intanto che, a poca distanza, un gruppo di italiani gridava: “buffone, vattene” all’indirizzo del capitan di sventura che, umiliato, s’allontanava a testa bassa.
È quanto merita chi, dopo aver osannato un dittatore come Putin, senza dire delle tangenti petrolifere russe per la Lega (Nord) su cui indaga la magistratura, per guadagnar punti, vuole far credere di essere rinsavito di botto e di essere contro la scellerata guerra di Putin.
Stessa cosa avvenne nella passata campagna elettorale nel nostro Sud, per anni insultato da Salvini e Lega, dove per guadagnare voti il Capitone, “come se niente fudesse”, si presentava nelle piazze benaccolto da fischi, insulti e pomodori marci.
Così è, nessuno pensi di fare del male agli altri per poi pretendere di essere perdonato senza un lungo percorso di pentimento. Percorso mai praticato dal populista Salvini se non con repentini e poco credibili cambiamenti di posizione, dicendo tutto il giorno prima, e il contrario di tutto il giorno dopo, fiutando l’aria che tira per mettersi a “cul di vento”.
Ma, caro mio capitone, puoi ingannare un uomo per sempre, un popolo qualche volta, ma non un popolo per sempre. È giunta l’ora di appendere la lingua al chiodo.
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