DI MARISA CLARA CELESTE CORAZZOL
A mio parere, quel che non hanno ancora capito gli oligarchi di ogni orizzonte è che le genti che popolano questo mondo sono stufe di subire le loro “strategie” che hanno tutte un unico comune denominatore: il potere assoluto a qualunque costo. Costo alacremente pagato da vittime innocenti in ogni angolo della terra in nome della novella “teocrazia” che si chiama – comunque la giri – imperialismo.
Io non ho mai creduto nei cosiddetti “eroi per caso” dei nostri giorni neri come la pece, perché i miei erano e restano quelli che lo erano per la pace. Uno per tutti? Gino Strada che ripeteva “io non sono pacifista, io sono contro la guerra”.
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P.S. I bombardamenti in fondo si assomigliano tutti, sia che avvengano in Ucraina sia che avvengano – come son avvenuti – sulla Jugoslavia.
Marzo 1999, la NATO, col generoso contributo dell’Italia , bombarda Belgrado .
Attenzione però , guai a confondere!
Nel caso dell’Ucraina, siamo di fronte al delirio espansionistico di un tiranno sanguinario; come lo furono a suo tempo Stalin , Kruscev (incidentalmente ucraino), Breznev (incidentalmente ucraino). Ora che ci penso, non è che si tratti di un fatto genetico?
Tutti i tiranni sanguinari del dopoguerra vengono da lì … a quel che si evince.
Nel caso della Jugoslavia, siamo di fronte a uno scenario del tutto diverso. In quel caso si trattò di una guerra umanitaria (che ossimoro meraviglioso!).
Anche la Jugoslavia, come l’Ucraina, era uno stato sovrano ma, per noi occidentali, lo era … come dire … un po’ meno . È vero , sotto le bombe NATO, solo a Belgrado , morirono oltre 500 civili, in tutta la Jugoslavia quasi 3000 (moltissimi bambini), oltre 1000 militari (ma quelli non contano) eppure … Eppure, diciamocela tutta, morirono “un po’ meno” (cit) perché le bombe NATO in fondo sono bombe buone. Lo sono, direi, per definizione.
Nessunissima voglia di parlare dell’invasione russa dell’Ucraina. Non parlo di chi la storia non l’ha studiata e men che meno con chi, pur avendola ben studiata, fa finta oggi di non ricordarla. Chissà poi perché
Buona giornata.
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Immagine da Twitter
