RUSSIA – UCRAINA, UNA GUERRA SENZA VERITA’

DI NICOLETTA AGOSTINO

 

Esiste un neo-pacifismo che chiede bombe in nome delle vittime, invia caccia e armi e li chiama aiuti umanitari, utilizza la distorsione malevola di sensi e significati per giustificare l’escalation di violenza dentro la cornice narrativa dello scontro di civiltà.

Dall’altra parte, quelli che pacifisti lo sono davvero e provano a dire che non esiste una “violenza umanitaria”, sono tacciati di velleitarismo, di utopismo e di viltà. Di complicità con il nemico, anche. Quel nemico comune che ha “risvegliato” e “ricompattato” l’Europa nella difesa dei suoi “valori”.

La guerra, in questa distorsione di semantiche, è perfino diventata un valore. La foto di una bambina di 9 anni che imbraccia un fucile e ha in bocca una caramella, il “simbolo” della resistenza di un popolo, poco importa se quel fucile glielo ha messo tra le braccia il padre durante un pic-nic giorni prima della guerra. La propaganda non può smentire ciò che funziona sul piano emotivo. La Stampa ha ripreso la scatto parlando di una foto “posata, che non è vera ma nemmeno falsa, perché a volte il simbolico è più utile del vero”, autocertificando la fine dei fatti in funzione delle emozioni: “la guerra nell’era della post-verità”.

E le donne e i bambini, che da altre guerre fuggono e bussano alle frontiere di questa Europa ricompattata e rinsaldata, identitaria, restano ancora una volta fuori. Invisibili e invisibilizzati, cancellati dal racconto, vittime ma non abbastanza da ricordare all’Europa che l’accoglienza non conosce barriere geografiche e di fronte alle guerre siamo tutti uguali. Che difendere i valori su cui siamo nati significa abbatterli i nostri i confini, non difenderli per armare eserciti.

In tanti in queste ore utilizzano in maniera odiosa e volgare la metafora della donna stuprata, per assimilare l’Ucraina ad una donna violata e chiunque sia contrario al conflitto, a chi non vorrebbe aiutarla perché la colpevolizza. A me invece viene in mente quella della rissa tra due uomini armati dentro un bar. Che sarebbe più saggio, per quelli che stanno a guardare, provare a dividere prima che il bar lo distruggano, piuttosto che armare di più e meglio quello che soccombe, mentre a terra ci sono già numerosi quelli che si sono presi una pallottola volante anche se non c’entravano niente.