DI MARIO PIAZZA
Sembrava che l’avessi detta grossa qualche giorno fa affermando che non solo l’Ucraina ma tutti i paesi provenienti dal blocco sovietico con l’Europa che io conosco non hanno nulla a che fare.
E giù accuse di criptorazzismo, e giù testimonianze di domestiche e badanti meravigliose, e giù sapienti analisi storiche sulla cultura mitteleuropea dello zar Nicola II e di tutta la stirpe dei Romanov.
Avere una cultura diversa dalla nostra non è né meglio né peggio. E’ semplicemente diverso, diversa idea della violenza come in Africa, diversa idea della sincerità come in Asia, diversa idea della morte come in America Latina, diversa idea della vita come in Medio Oriente. Credo che il miglior testimone della correttezza della mia affermazione sia proprio il presidente Zelensky.
Ma ve lo immaginate anche il più sgangherato dei nostri politici, supponiamo un Grillo, un Salvini, una Meloni e persino un Rizzo che si presentano non nel talk show di Mirtamerlina ma alla Knesset, il Parlamento di Israele, accostando la guerra in corso a quello che è stato l’Olocausto?
Va bene tutto quando si è in guerra. Anche chiudere le televisioni, anche zittire i partiti di opposizione, anche arruolare mercenari e battaglioni neonazisti, nella disperazione va bene anche anche invocare lo scoppio della III guerra mondiale.
Va bene tutto, ma una simile enormità pronunciata davanti ai fratelli, ai figli e ai nipoti dei 15 o più milioni di vittime non di una guerra territoriale di proporzioni e intensità sotto la media ma di un progetto di sterminio sistematico e scientifico basato sull’appartenenza a una specifica religione o etnia denuncia l’abisso culturale che ci separa dal nazionalismo post-sovietico, volendo andare oltre certifica il labile retroterra sociopolitico di chi ai criminali dell’Olocausto offrì i propri servizi per paura e per convenienza senza neppure la giustificazione di aver avuto un duce che con Hitler si era alleato.
Fino ad oggi, angosciato dalle vittime e focalizzato sulle ragioni e sui torti dei due schieramenti, non avevo detto una sola parola contro la persona di Zelensky ma davanti a una simile enormità, lo dico da antisionista e convinto sostenitore della causa palestinese, a tenermi ancora la bocca cucita proprio non ci riesco.