DOPO PUTIN IL PROSSIMO INFERNO SARA’ PROVOCATO DA BIDEN

DI GIOACCHINO MUSUMECI

 

Nel prologo dell’inferno prossimo il presidente Biden è entusiasta. Il suo monologo da sciroccato depositario del destino mondiale offre ulteriori spunti per peggioramenti. A parte le definizioni di “macellaio” riservate a Putin, poco diplomatiche e perfette per molte cancellerie americane, Biden si spinge a tal punto da proporre cambi di regime a Mosca.
La retorica improvvida di Biden, più simile al folle Joker, non è stata particolarmente condivisa in USA, dove non tutti sono propensi a guardare l’apocalisse come eventuale soluzione di controversie internazionali. Per il presidente del Council on Foreign Relations il presidente Biden “Ha reso una situazione difficile più difficile, non sarà semplice rimediare al danno provocato”.
Il segretario di Stato Blinken: “Non abbiamo una strategia per un cambio di regime in Russia”, perché dovrebbero averla?
Dichiarazioni critiche nei confronti di Biden arrivano anche dal portavoce presidenziale della Turchia, Ibrahim Kalin, che – secondo il Guardian – al forum internazionale di Doha, ha detto: “Se tutti bruciano i ponti con la Russia, chi parlerà con loro? Gli ucraini vanno sostenuti in modo che possano difendersi” e al contempo “le ragioni russe vanno ascoltate, in un modo o nell’altro”.
Ma la strategia USA e nettamente divisiva poiché polarizzando fortemente le relazioni commerciali UE verso Washington segna una vittoria netta del presidente Americano sulla miope strategia politica ed economica Europea.
Prende le distanze da Biden anche il presidente francese Macron: “non abbiamo bisogno di escalation né di parole né di azioni”.
Mario Draghi? Manichino non pervenuto in linea con le allucinazioni di Biden. Spero solo che Giuseppe Conte in questo frangente tenga la barra a dritta e scompagini il governo anche a costo di avere tutti contro come del resto è sempre è stato. Nulla da perdere quindi ma tanto onore da guadagnare.