DI GIANCARLO SELMI
– Gigginooo!
– Agli ordini Padre.
– Aridaje… Non puoi chiamarmi padre. Te l’ho detto un sacco di volte, non possiedi ancora il lignaggio. Ricorda che sei ancora al livello di ex proletario. Devi essere promosso a borghese, poi a sub-nobile, nobile ed infine ad amico degli amici. Solo a quel punto potrai chiamarmi padre.
– Ma io la amo…
– Lo so, lo so. Per adesso limitati a chiamarmi Signore e continua così che farai carriera in fretta.
Ti ho chiamato per una questione importante: come lo chiamiamo Putin oggi? Io avrei pensato a “assas*ino e figlio di madre facile”, cosa ne pensi?
– Mi piace mio Signore. Ho anche un’altra idea. Potremmo chiamarlo “uomo senza sesso ed uccisore di feti”. Cosa ne pensa?
– Bello, Giggino. Creativo, bello. E non l’ha detto ancora nessuno. Scavalchiamo perfino Biden.
Ok. Allora te ne occupi tu in una delle trasmissioni dove ti invitano. Mi raccomando, devi dirlo con la lingua sciolta, che tu con quel cacchio di accento alla De Mita rovini tutto.
– Devo dirlo io?
– Ma è chiaro Giggino, che diamine! Se quello sganciasse una bomba su Pomigliano non succederebbe nulla, siete tanti, troppi. Una densità assurda. Se la sganciasse su Città della Pieve ammazzerebbe tutto il paese. Ti sembra uguale? Dai Giggino, dai.
– E cerca di occuparti di quel Conte lì. Pare non voglia votare per il riarmo. Che cosa gli dico a Biden e a quelli che ci devono vendere le armi? Quelli mi trapanano le meningi con un avvitatore elettrico Black & Decker. Parla con i tuoi, prometti loro candidature, partiti nuovi, vecchi, poltrone da riporto, colle speciali per i “fondoschiena” che impediscano la loro rimozione, 16 anni in più di legislatura, il posto di primo ministro a Trinidad e Tobago, insomma vedi tu. Se non passasse il provvedimento siamo fritti. Anzi sei fritto, perché ti retrocedo di nuovo a bibitaro e distruggo tutte le poltrone d’Italia.
– Lo farò Mio Signore, lo farò. “Slurp, slurp, slurp, com’è buono lei”.