DI MARIO PIAZZA
Diamo per comprensibili la propaganda di entrambe le parti, le notizie vere mescolate a quelle false, le campagne di stampa, le censure e tutto il resto dell’armamentario usato per manipolare le opinioni.
Ci sta, sono armi anche quelle.
Ciò che mi fa cadere le braccia e la mandibola sono le argomentazioni che molti sostenitori di una parte o dell’altra portano a sostegno delle proprie posizioni. Roba con la profondità di una pozzanghera, la consistenza della maionese, la verità storica di un cartone animato e l’analisi di un canarino.
L’analogia con i no-vax ci sta tutta. Le stupidissime metafore della ragazza stuprata dal bruto e del mingherlino picchiato dal bullo le avevo già sentite a proposito delle campagne vaccinali, l’inviolabilità del proprio corpo grossolanamente affiancata a quella dei confini nazionali. Come fai a spiegare a gente così che non è affatto la stessa cosa?
E’ la stessa gente che con gli ultimi neuroni in circolazione ritiene di sferrare il colpo mortale a chi non vorrebbe inviare armi e meno ancora spendere una quarantina di miliardi per raddoppiare gli arsenali militari, quelli che appiattiscono definitivamente il proprio encefalogramma dicendo o scrivendo trionfanti “Ah, la pensi come Salvini!”
Una frase del genere è come una confessione firmata, come un testamento, come una diagnosi che non lascia speranze. Conto sull’intelligenza di chi legge per risparmiarmi la fatica di spiegarne il perché, degli altri mi importa meno che di Povia.