DI MASSIMO WERTMULLER
Sto pensando un pensiero che mi ha fatto venire in mente il calcio. Sì, un pensiero che mi è piaciuto scaturito da quello sport.
Da ragazzino riuscii a passare una giornata intera a Milanello con quel Milan , quello di Rivera, Lodetti e Schnellinger. Ci riuscii grazie al grandissimo Luciano Tessari , allenatore in seconda di Scopigno al Milan e amico di famiglia. Mi vestirono di rossonero , mangiai con loro a mensa e vidi tutti gli allenamenti.
Anni dopo andai a vedere il piccolo museo di Superga del grande Torino, e fui colpito dalla scatoletta che aveva con sé il medico accompagnatore: poche povere cose per le emergenze.
E ricordo, quando passai dei momenti in prova da bambino come lupetto della Roma, quando fui scartato per pietà perché ero più largo che lungo, mi ero sviluppato a quell’età per orizzontale, mi ricordo la bacheca della Roma coi gagliardetti scambiati con le altre squadre. In tutto questo, come in altre circostanze, ma in questi casi in modo più potente, mi assalì un cuore, un romanticismo che era nelle magliette del Milan, come in quella della mia Roma dell’epoca, e in quei pochi poveri oggetti di quel Torino, mi colpì la grazia e la gioia dei volti di quei giocatori del Milan, da allora la mia seconda squadra anche se la cosa giustamente potrebbe fregare poco, che si vedeva erano orgogliosi di indossare quella maglietta e che sembravano animati solo dal divertimento di giocare a calcio e dalla voglia di vincere per quella maglia.
Il soldo, fatto dio, fine, scopo della vita, da mezzo per vivere che era, ha rovinato tutto. Non solo per i giocatori di calcio. Il mostro denaro l’uomo lo ha fatto crescere fino a diventare questo capitalismo , questa arma senza la quale non è possibile più persino vivere, questo veleno per cui si è pure capaci di buttare bombe su bambini.
E allora mi sono chiesto cosa aspettiamo a tornare a certi valori. Cosa aspettiamo a riempire la vita di valori che c’erano e che non ci sono più: rispetto, passione, spiritualità e cuore. Cosa aspettiamo a riempire la vita di cuore. Il capitalismo delle banche e dei titoli in borsa ha perso.
E prima di dare ragione a chi crede che le guerre siano l’unico strumento di resettaggio, scendiamo in piazza per il romanticismo e per certi valori. Creiamo noi tutti un movimento di massa, dalla massa, nuovo, che non c’era prima.
Quanti voti prenderebbe un partito del cuore? Un partito della solidarietà? Un partito della spiritualità? Un partito della qualità della vita? Un partito che fa di certi valori un investimento conveniente? È una domanda che mi ripeto spesso.