MARIO DRAGHI E IL GOVERNO BEFFANO NAPOLI

DI GIOACCHINO MUSUMECI

 

Il premier Mario Draghi si reca a Napoli e, osannato da sindaco e governatore della Campania, porta in dono 1,231 Miliardi per il capoluogo partenopeo siglando un accordo di “portata storica” secondo i media.
Il denaro verrà devoluto in tranche annuali per una durata di 20 anni. Draghi commenta così:
“Il Patto per Napoli coincide con il programma di investimenti più significativo nella storia recente del Mezzogiorno. L’obiettivo del piano è colmare i divari territoriali, ormai insopportabili. Il reddito pro capite del Mezzogiorno è infatti poco più della metà di quello del Centro-Nord e il tasso di disoccupazione è più del doppio. Dobbiamo ammettere l’esistenza di una ‘questione meridionale’, ma dobbiamo allo stesso tempo evitare che si riduca a sterili rivendicazioni. Dobbiamo affrontarla con urgenza, determinazione, unità. Perché l’Italia tutta ha bisogno che Napoli e il Mezzogiorno siano un motore del Paese. Con il Patto per Napoli destiniamo al Comune di Napoli un miliardo e 231 milioni di euro in vent’anni”.
Vediamo come Draghi ha pensato di colmare un divario di reddito Nord/Sud tanto imponente: a Napoli sono stati destinati 1 Miliardo e 231 Milioni suddivisi in 20 anni, ovverosia 61 milioni e mezzo l’anno. Il comune di Napoli ha 1milione e 4.500 abitanti. Dunque ogni cittadino napoletano potrà colmare il gap col Centro Nord grazie a 61 € annui, ovverosia 17 cent. al giorno.
Un bel modo di riconoscere una “ questione meridionale” affrontarla con urgenza e non ridurla a sterili rivendicazioni.
Se questo è il programma di investimenti “Più significativo” nella storia del Meridione, immaginiamo gli altri.
A me sembra molto chiaro un dato: il Governo ritiene che il meridione sia popolato da imbecilli totali. Dà nulla alla città di Napoli, ma (grazie a Giorgia meloni) destina il 2 % del Pil alla difesa che deve proteggerci da fantasmi inventati dalla Nato.
Ciascun meridionale rifletta sulla classe politica che lo rappresenta e si senta orgoglioso del proprio operato.