TRINITAPOLI, IN PUGLIA, SCIOLTA L’ENNESIMA AMMINISTRAZIONE COMUNALE PER MAFIA

DI RAFFAELE VESCERA

 

Dopo Manfredonia, Cerignola, Monte S’Angelo, Mattinata e lo stesso capoluogo Foggia in Capitanata, tutte in Capitanata, per un totale di circa 300.000 abitanti su 600.000. Senza dire di quelle ancora da scoprire. insieme a quelle del brindisino Ostuni e Carovigno, ieri è stata sciolta l’amministrazione comunale di Trinitapoli, già provincia di Foggia, ora di Barletta-Bat.
I tentacoli della mafia arrivano dovunque e si estenderanno ancora se non si risolve la condizione sociale del Sud, segnata da povertà e disoccupazione, che rendono la gente, stretta dal bisogno, facile preda delle mafie.
La mafia non è solo una questione culturale, come qualcuno improvvidamente afferma per non contrastarla seriamente, è anche culturale ma innanzitutto sociale, economica e politica. La prevenzione si fa dando al Sud quanto lo Stato gli nega da sempre e profonde al Nord, e la repressione si fa con più tribunali, carceri e forze dell’ordine che sappiano bonificare innanzitutto la zona grigia dei colletti bianchi, complice della mafia degli investimenti, ma scarseggiano prevenzione e repressione nella nostra terra, ridotta a colonia interna. Così continuando, aspettiamoci il peggio…
Purtroppo, per debellare la mafia, non basta la sola repressione del fenomeno criminale, senza un’azione preventiva di tipo sociale che intervenga sulla sorgete delle mafie, ovvero la disoccupazione e la miseria che rendono la gente facile preda di mafiosi e politici corrotti, che non mancano mai, qui da noi.
Vi riporto un pensiero del padre del meridionalismo Pasquale Villari che nell’800 scriveva:
“Ed ora quale è il rimedio contro questi mali? Qui si presenta un problema che spaventa per la estensione che prende, come vedremo, non solo in Sicilia, ma in tutta l’Italia, specialmente meridionale. È chiaro intanto che i rimedii sono di due sorta: repressivi e preventivi. Bisogna, non v’ha dubbio, punire severamente i delitti con pronta ed esemplare giustizia; ma anche qui la prigionia è inutile, se non si isola o non si manda lontano il condannato”. A riuscire però coi soli mezzi repressivi, bisognerebbe portare la repressione fino allo sterminio. Allora, di certo, col terrore cesserebbero i delitti, salvo sempre a vedere, se quelle condizioni che hanno prodotto il male, restando le stesse, non lo riprodurrebbero in breve. Ma lo sterminio porta un consumo spaventevole di forze, ed un Governo liberale non può decidersi a ciò. Occorre il dispotismo. Noi dobbiamo adunque assalire il nemico da due lati: punire e reprimere prontamente, esemplarmente; ma nello stesso tempo prevenire. In che modo? Bisogna curare la malattia nella sua sorgente prima.”
E sempre secondo Villari la sorgente prima era per l’appunto la povertà del Sud, per cui, senza eliminare il male alla fonte, anche eliminando tutti i mafiosi sul territorio, la mafia risorgerebbe dalle sue ceneri.
Non bastano i tribunali senza dare il lavoro che libera l’uomo dal bisogno e dal non avere nulla da perdere ove fosse arrestato.
Occorre organizzare una grande manifestazione a Foggia, pari a quella del 2020, sì contro la mafia ma anche contro la politica, complice o inconsapevole che sia, che anziché affrontare la questione socio-economica del Sud, si rende complice di uno stato assente se non colluso e spesso si mette in affari con le mafie, essendo a volte espressione diretta di essa.
Per i dettagli del provvedimento di scioglimento, vai su https://www.immediato.net/…/sciolto-per-mafia-il…/…