DI GIOACCHINO MUSUMECI
La scia di morte che segue la ritirata dei soldati russi da Bucha ha sconvolto l’opinione pubblica occidentale, media e governi, si parla di genocidio. L’ emozione della platea è abnorme e le immagini offerte sono scioccanti.
Il sindaco di Bucha, Anatoliy Fedoruk, ha confermato in un video messaggio che già il 30 Marzo non c’erano militari russi in città, e non avrebbe menzionato nessun abitante del luogo colpito nelle strade con le mani legate. Tuttavia le affermazioni del sindaco non costituiscono una prova scagionante i militari russi e il contesto terrificante va assolutamente chiarito.
Nei social circolano teorie disparatissime e il clima da tifo è surreale. Le posizioni dei nostri politici e media sono note: con la consueta teatralità consideriamo tutto estremamente ovvio. Si è già individuato volto, nome e cognome del responsabile russo che Huff Post ci mostra. Non è il mio approccio.
Per avere informazioni più ampie ho consultato fonti totalmente diverse: New York Times e Aftenposten, il più importante giornale Norvegese, con una tiratura giornaliera di almeno 335mila copie.
Perché un giornale Norvegese? Perché la Norvegia è da 5 anni in cima alla classifica della libertà di stampa nel mondo e nelle analisi norvegesi non ci sono filoputiniani da condannare ma molto raziocinio. Il link da consultare: https://www.aftenposten.no/…/bildene-fra-forstaden… . Dopo avere aperto la pagina in Norvegese cliccate il tasto destro del mouse, si aprirà una finestra. Cliccate su traduci in Italiano e leggerete come ho fatto io dato che il Norvegese non è tra le mie lingue conosciute.
Il giornale “vichingo” riporta le testimonianze laceranti di alcuni abitanti di Bucha e del ministro degli Esteri norvegese Anniken Huitfeldt che reagisce con forza alle foto orripilanti: “È una documentazione scioccante, non dobbiamo pensare che siamo in guerra e le persone muoiono perché questo è completamente diverso”.
N.Y Times mantiene un atteggiamento molto prudente: “Le immagini circolanti sui social media – e ripubblicate dall’unità all’interno dell’informazione pubblica del ministero ucraino – pretendevano di mostrare gruppi di civili morti a Butcha, incluso almeno uno il cui braccio era visibilmente legato dietro di lui. “The Times” non è stato in grado di verificare in modo indipendente la foto .
“I civili locali venivano giustiziati arbitrariamente, alcuni con le mani legate dietro la schiena, questa è la nuova Srebrenica”, ha scritto il ministero in un tweet che accompagna il video. Il New York Times non ha potuto verificare in modo indipendente le affermazioni del ministero della Difesa ucraino e di altri funzionari.
I Russi negano ogni responsabilità.
Resta indiscutibile la necessità di chiarificare ogni dettaglio della vicenda che caratterizza una guerra in cui l’odio è una componente evidentissima.
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