“TUTTA MIA”

DI LUCIANO RAGNO

 

E’ già giovedì.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
“Tutta mia”.
Violenza lontano da noi. Estesa su una nazione intera. Interminabile. Angosciante. Non si giustifica ma si spiega: c’è la guerra.
Violenza in casa nostra. Fra quattro mura. Interminabile. Angosciante. E non c’è la guerra.
Da capodanno13 femminicidi. L’ultimo: nel Po un corpo sezionato di una giovane donna chiuso in un sacco.
Colpisce il numero dei casi. In crescita.
Colpisce la modalità. Non più l’impeto d’ira. Il momento della follia. Ora il delitto è studiato. Come è studiata la via d’uscita. Fin nei dettagli.
Colpisce soprattutto la crudeltà. In crescita. Lui le toglie vita. Seziona il corpo. L’infila in un sacco. E lo getta via. L’ultimo sfregio. E torna a casa.
Non gli è bastato il colpo mortale per dirle :” Tu eri solo mia”. “E’ mio anche il tuo corpo”. ” E’ un mio diritto toglierti ogni frammento di vita”.
Mi chiedo: l’uomo sta diventando sempre più aggressivo ?Non credo. Forse più arido. In una Società sempre più arida. Votata all’egoismo. “Ogni cosa è maledettamente mia”.
Anche l’uxoricida è figlio dei tempi.
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Fonte dell’immagine: gonevs.it
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