WISHFUL THINKING

DI MARIO PIAZZA

 

In fondo di questo si tratta, la sintesi armonica della lingua inglese definisce il bisogno di vedere le cose per come vorremmo che fossero e non per ciò che sono.
Il WT va oltre il nostro concetto di ottimismo, non è un atteggiamento positivo verso la vita ma è invece il rifiuto patologico di una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
Il crescendo rossiniano di orrori che dall’Ucraina arrivano sotto i nostri occhi sale di tono di un’ottava al giorno su una tastiera che sembra non avere fine seguendo uno spartito la cui prevedibile chiusura ci lascia sgomenti, e in molti proviamo a fuggire da quelle frequenze insopportabili come fanno i bambini quando infuria un temporale notturno, infilando la testa sotto il cuscino.
Lo dico prima di tutto a me stesso… Non si può fare.
Il disastro è reale e non possiamo sfuggirgli né mettendo in dubbio la realtà né attribuendone la responsabilità a Tizio Caio e Sempronio.
I morti sono stesi davanti alle macerie della stazione di Kramatorsk e che la mano assassina sia dei nazisti del battaglione Azov ucraino o dei mercenari del gruppo Wagner russo non fa nessuna differenza.
Nascondere la testa sotto il cuscino però non significa affatto stare dalla parte di Putin.
Quel gesto è solo un disperato tentativo di sfuggire a una realtà insopportabile che ci dice, e questa volta possiamo davvero andare indietro a piacimento nella storia, che l’umanità a cui apparteniamo di umano non ha nulla.
Lo abbiamo visto cento volte in cento guerre, basta spostare un piccolo mattoncino ovunque sull’intera faccia del pianeta e una parte dei miliardi di placide mucche intente a brucare l’erba è pronta a trasformarsi in tori inferociti che incornano senza pietà o distinzione uomini e donne, vecchi e bambini, e che il toro possa avere le sue buone ragioni non fa proprio nessunissima differenza.
E’ un fatto accertato, tutto il resto è soltanto “wishful thinking”.