LA MANIPOLAZIONE PIU’ E’ CAMUFFATA E PIU’ E’ EFFICIENTE

DI MARIO PIAZZA

 

In qualsiasi raggruppamento la capacità di comunicare coi propri simili pone ogni individuo ad un particolare livello della scala gerarchica del gruppo stesso. Più della forza fisica, più dell’intelligenza, più dell’onestà e di qualsiasi altra qualità fisica, intellettuale e morale.
Potrebbe andare benissimo così se non fosse che in un mondo sempre più incomprensibile ciò che si dice o si scrive perde forza e significato in favore di come lo si dice o si scrive.
La forma diventa quindi sostanza, e in televisione vediamo tutti i giorni come i ragionamenti graditi al conduttore (mera protesi dell’editore) possono essere svolti con più tempo e meno interruzioni di quelli che invece si discostano anche di poco dalla tesi prestabilita.
E’ per questo che quel Dario Fabbri, un apparente enfant prodige della geopolitica, può cadere in macroscopiche contraddizioni per qualche ora ogni pomeriggio senza che nessuno lo disturbi e invece intellettuali di grande calibro come Erri De Luca e Moni Ovadia prima di poter parlare devono subire gli interminabili e noiosissimi pistolotti delle De Gregorio, Gruber, Merlino e Panella per poi essere immediatamente interrotti appena emerge un minimo scostamento dal canovaccio stabilito.
Certo, lo spettacolo non è ridicolo come quello delle tristi marionette russe che si spacciano per giornalisti ma, dovremmo averlo imparato tutti, la manipolazione più è camuffata e più è efficiente.