DA REDAZIONE
Mosca: le truppe Nato al confine con la Russia violano gli accordi internazionali. Kiev muove truppe e blindati contro le città ribelli e i filorussi rafforzano barricate nelle regioni ad Est. Il Comando Nato diffonde foto delle truppe russe, Kiev esibisce le proprie per intimorire le piazze ribelli.
Ultimatum che si inseguono e alzano soltanto il livello dello scontro. Come sta accadendo a Donetsk e a Lugansk dove sale la tensione per la scadenza dell’ultimatum di Kiev di sgomberare i palazzi del potere occupati nelle due città dell’Ucraina orientale da attivisti filorussi. Le trattative sembrano in stallo e per ora non c’è alcun segno di resa. Rilancio propagandistico da Kiev, Youtube propone filmati dell’avvicinarsi a Donetsk di colonne di camion militari ucraini, blindati e anche carri armati leggeri, con vani tentativi degli abitanti locali di fermarli. Altre “maidan” in vista?
Il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov intanto accusa la Nato di violare i principi dell’ atto base della dichiarazione di Vienna rafforzando la propria presenza ai confini con la Russia. Così non va, è il segnale. E aggiunge che “il sentimento anti russo comincia a prevalere sulle aspirazioni della Nato a garantire la sicurezza della regione euro-atlantica”. Avvertimento militare Nato, replica economica. Putin ha informato i leader Ue sui rischi per il transito del gas. Il brutale ma valido per tutti: o paghi la bolletta o ti chiudo i rubinetti. Cara Ue, hai voluto l’Ucraina? E allora pedala.
Più diplomaticamente il presidente russo ha inviato ieri una lettera ai dirigenti dei Paesi europei che acquistano il metano russo. Praticamente tutti. Nel testo, il leader del Cremlino ha precisato che il gigante Gazprom potrebbe “essere costretto” a richiedere “il pagamento anticipato delle forniture di gas e, in caso di mancato rispetto delle condizioni di pagamento, interrompere completamente o in parte le forniture”. Il cliente insolvente è ovviamente l’Ucraina da dove transita tutto. La Russia ha quindi esortato i partner europei a risolvere i problemi economici dell’Ucraina “su una base legale“.
La Nato, per far finta di decidere autonomamente da Washington, dà voce al segretario generale Fogh Rasmussen, che invita la Russia a ritirare i soldati dalla frontiera con l’Ucraina e ad avviare il dialogo. Secondo Rasmussen e secondo i satelliti spia degli Usa, alla frontiera russa con l’Ucraina sono dislocati 40.000 soldati pronti a combattere. Il segretario Nato prende atto che la Russia accusa l’Ucraina di opprimere le sue minoranze interne russe o russofone, e la Nato di pratiche di guerra fredda. Replica da lite di cortile: “Hai iniziato prima tu”. Ma qui non volerebbero soltanto sassi.
di Ennio Remondino
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