DI GIOACCHINO MUSUMECI
Questa foto è molto più importante delle parole di Putin, dei discorsi di Zelensky e di tutte le magniloquenti ragioni che glorificano la violenza. Le donne nella foto incarnano la critica più autentica contro l’odio contenuto in qualsiasi ragione che sostiene la guerra.
Siamo davanti alla pretesa più delirante degli ultimi anni: il guerrafondaio divulgatore d’odio borghese si spertica per razionalizzare l’orrore imposto come marchio identitario, e non ci siamo accorti della disfatta morale contenuta nella propaganda della guerra.
Ma basta una foto per inchiodare TUTTI i sostenitori della tragedia scagliata sui popoli inermi, non solo gli Ucraini, anche quelli abbandonati col cinismo che contraddistingue le società progredite. Per tutta la durata della guerra eletta a bilancia del destino mondiale quest’ immagine sarà per sempre più importante di tutte.
Non posso annoverarmi tra coloro che pregano in chiesa ma il senso della via Crucis è il perdono. Nella storia d’amore cattolica c’è un uomo che decide di portare il peso dei peccati dell’umanità e muore crocefisso tra atroci sofferenze.
Le istituzioni mondiali, proclamate cristiane, non divulgano immagini di pace come quella di sotto. Anzi c’è chi critica alacremente iniziative di cui il mondo, sofferente e rassegnato, ha estrema necessità. Se le istituzioni volessero pace, saremmo tempestati da messaggi di pace, assisteremmo alla ricerca forsennata di spiragli anche minimi per arrivare al compromesso che garantisce stabilità.
Nel delirio generale queste donne, simbolo di perdono e pace, portano il peso di una croce insanguinata che qualcuno avrebbe voluto appesantire con odio acerrimo fino a piegarle entrambe. Ma non è andata così e non è un caso che i protagonisti della pace non siano uomini ma donne. Nessuna di loro rappresenta istituzioni Ucraine o Russe; e anche questo non è un caso.
C’è una lezione da apprendere: le istituzioni hanno fallito e la pace non è nell’uomo, è nelle donne del popolo.
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