DI CLAUDIA SABA
Alle 8 del secondo mercoledì di maggio, la Russia chiude il
rubinetto del gas all’Italia.
Questo è lo scenario che potrei immaginare…
Auto ferme.
Fermi treni, aerei e navi.
Si fermano anche le fabbriche.
Milioni di licenziamenti partono via whatsapp.
Chiudono scuole, bar e ristoranti.
Chiudono centri commerciali.
Tutti a casa senza lavoro, insegnanti, commessi/e, operai.
Finiscono anche le file per accaparrarsi il nuovo iPhone e l’ultimo paio di scarpe della Nike.
Chiudono banche e sportelli bancomat.
Panico generale.
Carestia, povertà e fame.
Resta la tv, con i salotti affollati da intellettuali che con un filo di voce ripeteranno ancora: ”è tutta colpa di Putin”.
Che follia la guerra per procura.
Che follia l’arroganza.
Che pochezza allinearsi ad un unico pensiero senza la libertà di poter essere diversi.
Siamo circondati da intellettuali e politici di una mediocrità inaudita, i più stupidi della nostra Storia.
Quelli che ieri volevano esportare democrazia e che oggi aggrediscono con odio chi la pensa diversamente.
Che povertà …
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