DI VINCENZO G.PALIOTTI
Oggi ricorre il sacrificio di Pio La Torre, caduto sotto i colpi della mafia e di quelle “menti raffinate”, in altre occasioni chiamate “pezzi infedeli dello Stato”, che Falcone anni dopo citava dopo essere scampato all’attentato dell’Addaura. Pio La Torre fu colpito a morte mentre raggiungeva la sede del PCI, alla guida dell’auto c’era Rosario Di Salvo che prima di cadere, ferito mortalmente, ebbe il tempo di estrarre la pistola tentando di difendere La Torre e se stesso.
Mesi dopo cadde anche il Generala Dalla Chiesa che aveva trovato in Pio La Torre il “partner” ideale per per combattere in modo adeguato la mafia e quelle “menti raffinate” chiamate in causa anche nella sentenza che condannava gli assassini dl Generale, della sua giovane moglie Emanuela Setti Carraro e dell’agente di scorta Domenico Russo.
Pio La Torre, Segretario Regionale del Partito Comunista e deputato si batté senza risparmiarsi, fino ad arrivare al sacrificio estremo, contro il crimine organizzato, e solo alla sua morte lo Stato si convinse che senza un suo contributo più incisivo si creavano solo martiri da celebrare con risultati insoddisfacenti.
A Pio La Torre si deve la legge n. 646, del 13 settembre 1982, nota appunto come legge “Rognoni-La Torre”, che introdusse nel Codice penale la previsione del reato di “associazione di tipo mafioso” (art. 416 bis) e la conseguente previsione di misure patrimoniali applicabili all’accumulazione illecita di capitali. Legge che ha favorito le indagini e le conseguenti catture di tanti appartenenti alla criminalità organizzata.
Spiace che proprio nella celebrazione di due anni fa, nel ricordo di questo grande uomo di Stato, si sia parlato di scarcerazione di mafiosi anche di un certo calibro giustificandole con l’emergenza corona virus.
A 40 anni da questo crimine la figura di Pio La Torre, e del suo collaboratore Rosario Di Salvo, è ricordata da tutti i cittadini onesti che rispettano le leggi dello Stato e la Costituzione esempio di dedizione al proprio dovere ed attaccamento allo Stato ed alla sua amata Sicilia.
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