DI ELISA FIORE
Ho tenuto sospeso per anni il mio giudizio su Federico Rampini, eccellente giornalista filoamericano, capace di raccontare una storia opposta a quella percepita dalla lettura della cronaca e della Storia. Analista piegato alle logiche del potere. La Russia va indebolita perché pericolosa, per l’Occidente ed oggi per difenderci dal *pericolo *russo…usiamo un popolo martire per ambizione e mercenari che si avviano a ridisegnare il mondo nelle loro “democrazie” imperfette.
Il modello da esportare? TRAFFICO di droga su scala internazionale, fiumi di alcool a costo zero, e prostituzione minorile per entrambe i sessi.
Lavoro?
Solo per il 40% della popolazione.. Il resto? Schiavi della Caritas servi e lacchè di stato. Homeless….
Dimentichiamo però di dire che queste democrazie fino a 2 mesi fa erano tutte in stretta e indissolubile relazione con la Repubblica Federale Russa, un’unica patria… Mentre le frammentate e lacerate democrazie europee sono zoppe, perché la politica ha fallito. Siamo nelle mani di tecnici autocrati, e ombre di politici nazionali che si aggirano come gatti morti nella NOTTE della Libertà e del DIRITTO DEI POPOLI.
E’ nella retorica dell’odio CHE si annidano i fautori dell’ordine nuovo.
Si inventano fantomatiche ricostruzioni e si arriva a dire, senza alcuno che ribatte con determinazione e nettezza, dalla Maglie (che odia l’Islam ma che non è la Fallaci) a Corradino Mineo a Buttafuoco che : “l’Ucraina era un paese libero democratico sicuro”, fino a quando non sono “arrivati i Russi” e che Putin intendeva sostituire l’attuale governo con una guerra lampo e un governo fantoccio. MA GUARDA UN PO’…
E GLI STATI UNITI QUANTI GOVERNI FANTOCCIO HANNO IMPOSTO FINORA???? Dal sud America al sud est Asiatico???
Ascoltare queste parole pronunciate da Rampini, significa dover affermare che la verità è morta.
Che il giornalismo dalla “r” moscia è un giornalismo scandalosamente distante dalla realtà.
Non filoamericano, peggio. “L’oblio della Storia si ritorce contro di noi” scrive Luigi Capogrossi Colognesi, ovvero la tendenza a schiacciare il passato sul presente, che abbiamo importato dalle università anglo-americane, mina la nostra sicurezza. Ed è vero. Perché se si avesse l’accortezza di verificare dove queste persone sono state istruite, e forgiate, molto e meglio di comorenderebbero le ragioni delle loro prese di posizione. Le università oltre ad essere centri di potere sono centri di reclutamento ideologico. Centri in cui si coltivano le idee e le proprie radici, le convinzioni e le deiezioni culturali. E noi italiani abbiamo abdicato a loro. Ai loro modelli. Alle grandi università Anglo-Americane….perche li è più facile studiare che altrove, e magari si diventa professori senza dover pagare l’obolo all’accademia dei corrotti.
Altri popoli no.
Per altri popoli le proprie Università sono Sacre.
Sono la cultura nazionale e rappresentano ancora le élite intellettuali. Non quelle che fanno di un mediocre lettore uno scrittore a peso.
È per questa ragione che questi popoli vengono combattuti, derisi, offesi e osteggiati. E come la Siria, distrutti.
Nella religione così come nelle loro convenzioni sociali. Non esiste “un ordine sociale americano”, da acquisire a livello planetario. Non vi è alcun obbligo morale, né politico, né alcuna ragione storica. Gli italiani hanno fatto la Resistenza, gli americani per liberarci ci hanno bombardato. Tanto da mantenere intatto quel filo che legava il presente al passato…
Abbandoniamo il nostro rapporto privilegiato con la Russia, la cultura dell’800 europeo, le avanguardie, la musica, l’arte europea, la sensibilità drammatica e feroce di una nazione che aveva scelto persino il francese (unica lingua parlata dagli Zar) come lingua internazionale, come lingua delle élite delle relazioni internazionali e dei rapporti sociali. Una nazione possente e autonoma, che ci ha liberato dal nazismo pagando a duro prezzo la sua e la nostra libertà. Una Libertà diversa dalla nostra, per ragioni storiche e culturali. E se questo è un Paese che disprezza per la gran parte le nostre forme di libertà, di ragioni ne hanno da vendere. E dovremmo chiederci il perché. Invece facciamo spazio alle mire espansionistiche di un governo e di un popolo che per l’80% ignora anche i confini dell’Europa. Che uomini siamo? Chi siamo? Abbiamo perso il concetto di Storia. Mentre nei film sceneggiati del mendace assassino del suo popolo, il filoamericano Zelenskj, andava in onda la loro corruzione, (e di certo la sua), qualcuno costruiva l’epopea della distruzione.
Il suicidio dell’Occidente europeo.