DI SEBASTIANO ARDITA
Un tuffo nel mare pulito dei giovani universitari di Palermo: questo è stato l’incontro dell’altro ieri sul delicato tema dell’ergastolo ostativo. Ci hanno accolto ragazzi eccezionali dell’associazione “Contrariamente”, consapevoli delle sfide che ancora il movimento antimafia deve affrontare.
È stato un incontro nel segno delle vittime di mafia – erano presenti Flora Agostino e Nino Morana, Giuseppina Catalano, la mamma del piccolo Claudio Domino, Graziella Accetta – ma anche nel segno della memoria del lavoro fatto nel contrasto a cosa nostra in questi anni.
Abbiamo ricordato come l’esigenza di limitare l’accesso a benefici penitenziari a boss condannati per mafia nacque dal fatto che molti dei mafiosi coinvolti nel 1985 nel maxiprocesso di Palermo nei primi anni ’90 erano già liberi e di questo fatto si accorse Giovanni Falcone che andò a dirigere la Direzione degli Affari Penali del ministero della Giustizia. E mentre lui cercava di porvi rimedio, quelle stesse persone organizzavano l’attentato di Capaci in cui avrebbe perso la vita insieme alla sua scorta.
Ciò che più dispiace nell’assistente all’intervento riformatore che smantella l’ergastolo ostativo è che manca la memoria. Non solo la memoria delle vittime e dei loro parenti che si battono perché altri non subiscano lo stesso martirio. Ma anche quella degli strumenti giudiziari di contrasto , perché se dimentichiamo cosa si è fatto in questi anni per tenere in piedi la normativa antimafia e per attuarla, siamo costretti a ripartire da zero: vuol dire che commettiamo gli stessi errori e rischieremo di pagare ancora lo stesso prezzo.
Una bellissima serata con Antonio Balsamo, Salvo Palazzolo, Giuseppe Lauricella e Marta Capaccionie i ragazzi di Antimafia 2000 e di Our Voice. E con Nino Di Matteo seduto in prima fila.
In conclusione, tra tante delusioni, si fa strada la speranza che la forza ed il coraggio di questi giovani sarà capace di rinnovare in tutte le forze pubbliche un impegno forte e coerente.
