ODESSA, UNA STRAGE DI STATO COPERTA DA UE E NATO

DI GIORGIO CREMASCHI

 

Oggi a Odessa c’è il coprifuoco, perché il governatore ucraino vuole impedire ogni ricordo della strage del 2 maggio 2014.
Si temono “sabotatori” e si considerano tali anche coloro che dovessero portare una spilletta rossa per ricordare la strage.
Nella “democrazia” ucraina, che non festeggia il Primo Maggio perché “festa sovietica”, il colore rosso è considerato simbolo di tradimento e chi lo mostra è passibile dell’arresto fino a cinque anni per comunismo, se riesce a salvarsi dalla giustizia sommaria delle milizie.
Quelle milizie che, con i loro sostenitori, il 2 maggio del 2014 aggredirono i manifestanti antifascisti che protestavano contro il regime instauratosi in Ucraina dopo il Maidan. I manifestanti si rifugiarono nella Casa dei Sindacati, che però subì l’assalto armato e l’incendio dei nazifascisti. Il risultato ufficiale furono 48 morti accertati e quasi 180 feriti, ma le testimonianze ed il conto dei dispersi parlano di una strage ancora più grande. La BBC britannica ha raccontato tutto il pogrom senza possibilità di equivoci: gli antifascisti furono aggrediti e massacrati dai fascisti.
Il governo di Kiev, appena instauratosi dopo il Maidan, coprì integralmente il pogrom, non ci furono indagini né tantomeno processi e alla fine quella di Odessa divenne strage di stato, esattamente come quelle che, per opera dei fascisti e con mandanti nello stato e nella NATO, hanno insanguinato il nostro paese.
Bisogna dire però che la nostra democrazia quelle stragi le ha condannate e combattute, il potere di Kiev invece le ha praticamene rivendicate, con enormi complicità occidentali.
Nessun paese della UE e della NATO ha mai chiesto al governo ucraino di far luce sul massacro di Odessa, né sono state rivendicate indagini internazionali. Anzi i complici istituzionali degli assassini hanno finito per essere esaltati come paladini della libertà.
La strage di stato di Odessa è il peccato originale del regime di Kiev, ne determina la natura; e non a caso oggi chi in Ucraina vorrebbe ricordarla rischia la vita.
Se gli stati democratici europei allora avessero chiesto conto a Kiev di Odessa, forse la storia attuale sarebbe diversa.
In ogni caso è certo che la copertura data da UE e NATO a quella strage di stato non ha fatto bene né alla democrazia, né alla pace, né al popolo ucraino.
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