DI ANTONELLO SETTE
Onorevole Emanuele Fiano, il ministro degli Esteri russo Lavrov, pur di dare del nazista al presidente ucraino Zelensky, ha detto che anche Hitler era ebreo. Come ha reagito di fronte a questo distorto uso della storia?
Il distorto uso della storia è tipico di chi fa propaganda. La propaganda ha necessità di raccontare falsità. Nel testo del discorso di Lavrov su Rete 4 c’è la falsità che Hitler fosse ebreo. Non ci sono prove a suffragio di questa informazione. E poi, ammesso che fosse vero, se si scoprisse che sei generazioni prima ci fosse stato un ebreo nella famiglia di Hitler, cosa cambierebbe dei massacri, dei milioni di ebrei gasati e bruciati. Lavrov parte da un’affermazione falsa. Ci sono stati molti tentativi di dimostrare che Hitler fosse ebreo, ma mai nessuna prova documentale.
Le parole di Lavrov rischiano di avere un peso anche al di là della guerra?
Hanno provocato un peggioramento dei rapporti, che erano buoni, con Israele. Le parole di Lavrov sono, quindi, interpretabili, come il tentativo di riaprire e mettere in tensione rapporti internazionali preesistenti. Sostenere che i peggiori antisemiti siano gli ebrei oltraggia qualsiasi verità storica. E’ una frase oscena, come ha detto anche il Presidente del Consiglio Draghi, che mette in apprensione non solo Israele, ma anche tutti i Paesi del mondo. Arrivare a dire, perché questo è il combinato disposto delle parole di Lavrov, che la shoah è stata opera degli stessi ebrei, è una cosa veramente vergognosa, se pensiamo alle dimensioni di quella tragedia. Più in generale, sostenere che Zelensky sarebbe ebreo come Hitler e, quindi anch’egli nazista, equivale a ribadire la volontà di denazificazione, che sarebbe alla base dell’invasione dell’Ucraina e che dovrebbe, nelle intenzioni della loro propaganda, servire a coprire le nefandezze e i crimini contro l’umanità che la Russia sta perpetrando. E poi…
E poi…
A cappello di tutto questo c’è la questione che a Lavrov è stato consentito di fare non un’intervista, ma un comizio. Un comizio senza contraddittorio, nel bel mezzo di una guerra, dove peraltro il nostro Paese si è schierato a difesa dell’Ucraina, insieme all’Unione Europea e alla Nato. E’ qualcosa di inaccettabile, per di più con quella imperdonabile chiosa degli auguri di buon lavoro rivolti al ministro degli Esteri di uno Stato che ha invaso l’Ucraina e sta conducendo una guerra sanguinosa e criminale.
Il Cdr di Mediaset ha difeso a spada tratta l’intervista e l’intervistatore…
Siamo in democrazia. Io non la penso come loro.
Purtroppo l’equiparazione fra gli ebrei e i nazisti ha invaso e sinistramente scatenato i social…C’è stata una vera ondata antisemita…
I social non sono la realtà. Sono un campo, dove agiscono forze, che possono essere gestite dai servizi di informazione. La Russia è sotto accusa per varie attività svolte prima e dopo le elezioni statunitensi. Ci sono molti libri sulle fabbriche di trolls, che sono attribuite prevalentemente alla Russia. Quello che accade nel web può essere, come in questo caso, gravissimo, ma non va scambiato con la dimensione reale. E’, comunque, molto schifoso. La propaganda serve a sporcare la verità. Credo che Lavrov abbia ascoltato la lezione di Goebbels: se tu ripeti enne volte una falsità, può diventare la verità. La cosa più drammatica è che, come scrive oggi lo storico Umberto Gentiloni su Repubblica, ai fini della propaganda interna Mosca riscrive la storia della seconda guerra mondiale, perché nella retorica russa la vittoria contro i nazifascista fa parte dell’etica del Paese. Ritirare furi questa matrice originaria, indubbiamente vera senza dimenticare ovviamente il ruolo fondamentale degli Alleati, di un Paese che ha sconfitto il nazismo, dovrebbe servire, secondo loro, a rinforzare le ragioni della guerra. Fa parte di un perverso disegno studiato a tavolino.
di Antonello Sette (SprayNews)