DI ENNIO REMONDINO
Secondo una bozza diffusa da Politico, la Corte Suprema degli Stati Uniti avrebbe deciso di ribaltare la storica sentenza Roe-Wade del 1973 che garantisce il diritto all’aborto a livello federale.
Nella foto la folla radunata nella notte del 2 maggio 2022 dopo le prime indiscrezioni sull’imminente bocciatura del diritto all’aborto di fronte alla Corte suprema.
Arretramento epocale sui diritti delle donne
La prima bozza dell’attesissima decisione della Corte Suprema su un importante caso che riguarda il diritto all’aborto sembra indicare che i giudici abbiano deciso di ribaltare la sentenza che dal 1973 garantisce l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza a livello federale, conosciuta come sentenza “Roe v. Wade”. Nella bozza, diffusa in esclusiva da Politico lunedì, il giudice Samuel Alito, di orientamento conservatore, scrive per conto della Corte che la sentenza «è stata vergognosamente sbagliata fin dall’inizio e che pertanto dovrebbe essere rigettata».
Anti aborto Federale
La decisione definitiva della Corte è attesa per il prossimo giugno: se sarà quella anticipata nella bozza permetterebbe agli stati di vietare l’aborto.
Le conseguenze principali sarebbero soprattutto per gli Stati americani più conservatori, che negli ultimi anni avevano già limitato notevolmente l’accesso all’aborto e che potrebbero decidere di vietarlo del tutto, privando così milioni di donne dell’unico strumento legale che tutela il loro diritto di abortire.
Corte Suprema e nomine a vita
La Corte Suprema degli Stati Uniti è l’organo giudiziario più alto in grado del paese ed è composta da nove giudici, attualmente sei di orientamento conservatore e tre progressista. Il problema è che il loro incarico è a vita, salvo auto pensionamento. Questo ha concesso a Trump di nominare ben tre giudici costituzionali fortemente conservatori travolgendo ogni apparente equilibrio.
Leggi nazionali e variazione politica
Negli Stati Uniti l’aborto è legale a livello federale grazie alla storica sentenza “Roe v. Wade” del 1973, ma non c’è una legge unica che regola le modalità in ciascuno stato. La Roe v. Wade è stata confermata in varie occasioni proprio dalla Corte Suprema. Ma ora lo Stato del Mississippi sta chiedendo alla Corte Suprema di respingerle e ribaltarle, sostenendo inoltre che ciascuno stato debba essere libero di decidere se e quando vietare l’aborto.
“Che negli Stati Uniti l’aborto sia legale grazie a una sentenza e non a una legge rende questa questione assai dibattuta e contestata da movimenti antiabortisti particolarmente forti”
Probabile futuro di scontro
Se i giudici decideranno effettivamente di ribaltare la sentenza Roe v. Wade, si stima che l’aborto diventerebbe illegale in circa la metà degli Stati americani di loro, tra cui Alabama, Texas, Oklahoma e appunto Mississippi. «Ma soprattutto – in mancanza di una legge federale che al momento non sembra in discussione – diventerebbe una materia completamente soggetta alle scelte politiche dei singoli stati, per cui negli anni il diritto all’aborto potrebbe cambiare in continuazione da stato a stato in base agli orientamenti dei governi locali», sottolinea il Post.
Mentre il Manifesto sottolinea come, «nella bozza della Corte si legge tra le altre cose che ‘è il momento che si presti attenzione alla Costituzione e che si rimandi la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti dalle persone’».
Gli Stati uniti e 31 paesi anti-aborto
La radicalizzazione della destra Usa è stata in gran parte costruita proprio sulla lotta all’aborto e su questo tema si è fondata l’alleanza strategica di Ronald Reagan con lo zoccolo fondamentalista del cristianesimo evangelico, ricorda Luca Celada. Ed è stata parte del populismo trumpista e oggi della campagna elettorale di Medio termine contro Biden.
La sentenza della Corte è destinata ora a sancire ufficialmente un ordinamento di tipo autoritario e discriminatorio sempre più apertamente invocato dagli integralisti.
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