DI CLAUDIA SABA
Da bambina, quando provavo un malessere, cercavo di mandarlo via in qualche modo.
Di sera, ad occhi chiusi, rannicchiata dentro una coperta, inventavo storie a lieto fine.
Prima di dormire mi
ripetevo continuamente:
“Domani sarà tutto passato. Tutto sarà diverso” e poi
chiudevo gli occhi.
L’alba mi dava sempre ragione.
Bastava sentirmi
addosso l’aria frizzante di quel nuovo giorno per viverlo nel meraviglioso presente che la vita mostra a chiunque.
Credo sia nata lì la mia voglia di cambiare il corso degli eventi.
Di trasformare le storie quando intorno tutto non va come dovrebbe.
In fondo siamo noi gli artefici della nostra vita.
Siamo noi che trasformiamo il nero in bianco e viceversa.
E quando il nero non ci piace abbiamo due strade da percorrere.
Attraversarlo portando con noi quel che di buono ci ha insegnato oppure restare dentro al “non vivere” fatto solo di rimpianti.
Le storie siamo sempre noi.
Con i nostri occhi nuovi ogni giorno.
Per guardare tutto il bello del mondo nonostante la pochezza umana, indifferente al bene e al male.
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