DI RAFFAELE VESCERA
La giornalista e vicedirettrice del quotidiano di Capitanata l’Attacco, Lucia Piemontese, che conduce con coraggio e onestà una campagna di denuncia contro la presenza e la prepotenza mafiosa nella sua Manfredonia, ricordiamolo città che ha avuto il Comune sciolto per infiltrazioni mafiose, è stata oggetto di minacce e insulti sessisti con scritte sui muri anche sotto la sua abitazione, in perfetto stile mafioso e terroristico, al fine di intimidirla e delegittimare il suo impegno antimafia condotto con serietà professionale.
La presenza mafiosa in Capitanata, centro di snodo tra i Balcani e l’Italia di traffici di droga e altro, è oltremodo invasiva, non solo pizzi a commercianti e imprese, ma infiltrazione diffusa nella stessa imprenditoria e nei centri di potere politico. Non a caso la provincia di Foggia ha visto ben cinque città con i Comuni sciolti per mafia, tra cui lo stesso capoluogo, Foggia con 150.000 abitanti, oltre a importanti città da 60.000 abitanti come Manfredonia e Cerignola, e città minori come Monte Sant’Angelo e Mattinata.
Per fortuna la Capitanata non è solo mafia, è abitata da una maggioranza di persone che vivono e lavorano onestamente, pure in una terra vittima, al pari di tutto il Sud, delle discriminazioni dello Stato centrale che la rende più vulnerabile alle mafie, con meno lavoro, più disoccupazione, meno servizi pubblici e meno tribunali, condizioni di minorità da rimuovere per prevenire e reprimere la presenza mafiosa.
All’amica e collega Lucia Piemontese e al quotidiano l’Attacco va tutta la nostra solidarietà, sperando che nella bella città di Manfredonia si possa organizzare un grande evento antimafia, pari a quello di Foggia di due anni fa, che ha visto 20.000 cittadini urlare il loro sdegno contro la mafia.
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