DI ALESSANDRO GILIOLI
In termini non politici, qualunque rete televisiva e radiofonica avrebbe voluto mandare Santoro e la sua serata.
Per un motivo semplice: fa ascolti e fa discutere. Vi piaccia o vi stia sulle balle, fa ascolti e fa discutere, anche perché sa fare il suo mestiere.
Se le maggiori tivù pubbliche e private non hanno voluto trasmettere la serata di ieri, quindi, è stato esclusivamente per una scelta politico-editoriale. cioè non voler far ascoltare le persone che si sono susseguite nella serata.
Sia chiaro: è una scelta politico-editoriale più che legittima.
Ogni testata ha una sua linea e fa ascoltare chi vuole. Io a Radio popolare non farei la diretta della convention di Meloni o Salvini nemmeno se fossero condotte da David Letterman.
Sono legittime scelte politiche ed editoriali.
Poi però uno se vuole può fare altre riflessioni.
Ad esempio, soffermandosi sul fatto che le stesse tivù che hanno rifiutato la serata “Pace proibita” poi ospitano la qualunque di gente per davvero filo russa, o direttamente russa, o molto giustificativa verso l’invasione russa. Giornaliste che lavorano nella tivù del ministero della difesa di Mosca, ministri del Cremlino, giornalisti embedded con le repubbliche separatiste, giustificazionisti dell’attacco di Mosca etc.
E allora uno si chiede: ma come mai, queste reti che mandano in onda tranquillamente russi e filo russi poi invece si rifiutano di mandare in onda gente ragionevole come Marco Tarquinio, Ascanio Celestini, Luciana Castellina, Fiorella Mannoia, Tomaso Montanari ed Emily Clancy?
Io un’ipotesi ce l’ho, avendo lavorato per 40 anni nei media e conoscendone un po’ i meccanismi.
La gente ragionevole (e pacifista) può mettere in crisi l’estasiata narrazione bellica e armaiola; il nemico coglione col missile in canna contro di noi no, anzi.