DI BARBARA LEZZI
Non c’è pace per Taranto, costretta a difendersi dal Governo che non provvede alla tutela dei suoi cittadini tramite decisioni coraggiose come la chiusura delle fonti inquinanti del siderurgico e che ha come unico obiettivo quello di peggiorare ulteriormente la situazione.
Non bastano le pronunce della Corte di Strasburgo che condanna l’Italia per la mancanza di salvaguardia della salute dei tarantini.
Non bastano le inchieste giornalistiche come quella di due settimane fa della trasmissione “Che ci faccio qui” su Raidue che denuncia la percentuale drammaticamente superiore alla media regionale di malati oncologici soprattutto tra i bambini.
Non bastano gli scioperi degli operai che chiedono sicurezza.
Non bastano i dati dell’OMS che rivelano almeno 270 morti premature in 10 anni.
Non bastano le prese di posizione dell’ONU che ha evidenziato come la continua intossicazione abbia provocato zone di sacrificio.
Tutto questo non basta perché a Taranto almeno vengano lasciati tutti i soldi che la magistratura ha sequestrato ai Riva (ex proprietari) per avere inquinato.
Draghi è andato avanti come un bulldozer e ha scippato 150 milioni destinati alle bonifiche in modo miserabile con il pieno supporto di tutti i ministri nel Consiglio dei ministri che ha varato il decreto e con la nuova maggioranza Lega-Forza Italia e Fratelli d’Italia che con l’astensione ha agevolato il furto ai danni di Taranto.
Questa vicenda segue anche la negligenza del Governo nel proseguire i piani di bonifica affidati al Prefetto Martino che sono di fatto fermi da due anni ma, ora, Cingolani vorrebbe anche riconfermarlo malgrado sia scaduto il mandato e potrebbe essere sostituito.
Il decreto in questione non deve ricevere la fiducia di chi si oppone a questo stralcio di risorse.
Se è vero che in un governo di coalizione si deve scendere a compromessi, è altrettanto vero che i passi indietro su temi così fondamentali e che impattano sulla vita di migliaia di cittadini non possono essere tollerati.
Lo ripeto: non si chiedono nuovi fondi ma si chiede che i fondi sequestrati ai Riva siano lasciati nella disponibilità dei tarantini.
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