DI LUCIANO RAGNO
E’ già sabato.
Riflessioni di un giornalista che si guarda intorno.
Un’altra città sazia di guerra.
E’ il 16 dicembre 2016. Leggo su “La Repubblica” un servizio di Francesca Caferri. Racconta la totale distruzione della città siriana di Aleppo. C’è di mezzo, fra gli altri, Putin.
Mi colpisce una scritta su un muro. Sono le parole del poeta Nizar Qabban: “Amami…lontano dalla terra della repressione, lontano dalla nostra città sazia di morte”.
Rifletto. Questa immagine è un pugno nello stomaco del mondo. Una lezione. Non ci sarà più un’altra Aleppo. Sarà l’ultima città cancellata dalla faccia della Terra.
Stamane vedo questa foto di Mariupol, città ucraina.
Rasa al suolo. Spettrale. Non esiste più. Una donna, ultima a fuggire: “Anche l’inferno ha una porta”.
Un’altra città sazia di guerra.
Il mondo non ha memoria.
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Immagine: Mariupol, città cancellata