FAMIGLIA, NON È SOLO IL GRUPPO WHATSAPP

DI ANTONELLA PAVASILI

 

15 maggio, giornata internazionale della famiglia.
Famiglia, già.
Ma cos’è la famiglia nell’anno domini 2022?
Leggo vari articoli, sparsi ovunque nel variegato mondo del web, e mi faccio qualche idea.
Colgo le puntualizzazioni.
Per famiglia non si intende solo quella tradizionale – padre, madre e figli – ma qualsiasi gruppo sociale che sceglie di esser tale indipendentemente dalla celebrazione dello sposalizio e dal sesso dei componenti.
Bene, fatico a star dietro alla corsa della società, ma mi adeguo.
E’ un problema mio, certamente, e me ne farò una ragione.
Ma io penso ad altro.
Penso a cose antiche, passate.
A profumi intensi, un misto di violette e sugo con le polpette, tuta da meccanico e sapone di casa, torta di mele e detersivo per il bucato a mano alla lavanda.
Ad una tavola apparecchiata con la tovaglia a quadri nei giorni lavorativi e con i ricami nei giorni di festa, con i posti assegnati e sempre uguali, con gli spaghetti con pomodoro e basilico e la cotoletta, e il pane al centro, che non deve mai mancare, e le parole a questa tavola.
Tante parole.
Che hai fatto, com’è andata, sei stata interrogata, è andato bene il compito di matematica, bisogna comprare delle scarpe per la piccola che quelle dello scorso anno non vanno più bene, e la lavatrice comincia a difettare, si vabbè ma intanto questo mese ci sono i libri per le ragazze, e certo prima i libri e le scarpe e poi pensiamo alla lavatrice, sono gli ultimi anni dai, quando finiremo di pagare la casa sarà più facile e magari prenderai un bel cappotto tu, ma no non fa niente, lo sistemo e andrà benissimo per almeno altri tre anni…
A tavola.
A capotavola papà, alla sua sinistra mamma, vicina ai fornelli che si alzava dieci volte durante un pasto.
Intorno io le mie sorelle.
E chiacchiere, e parole, uhh quante parole.
E poi, dopo cena, la televisione.
Tutti lo stesso programma, tutti insieme a commentare e a letto presto che domani si va al lavoro, a scuola, all’università.
Famiglia.
Che si allargava la domenica e nei giorni di festa.
Con i nonni, e gli zii e i cugini.
E tanti odori in più, e tante parole in più.
Famiglia.
E quella certezza di esserci sempre, sempre.
Nelle gioie e nei dolori.
Col mare calmo e nelle tempeste della vita.
Esserci e poter contare su genitori, figli, nonni, zii, cugini.
Famiglia.
E quel ritrovarsi nella camminata, nel colore degli occhi, nelle espressioni, nelle storie antiche così spesso raccontante da trasformarsi in favole per far addormentare i picciriddi, alla sera, quando non vogliono dormire.
Famiglia.
La mia famiglia.
Fortunata io, tanto tanto.
O forse no, oltre la fortuna c’è tanto altro.
La voglia di crederci, la pazienza, la capacità di navigare con i cavalloni, le giuste priorità, la gioia dell’orologio il giorno della prima comunione, le lacrime d’orgoglio il giorno della laurea.
E quel mazzo di rose rosse, i fiori più belli mai ricevuti.
Sullo sfondo, nello schermo di questa vita vera, amore e sacrificio.
Che nessun gruppo WhatsApp potrà mai sostituire.
Nessuna sorellanza, o cuginanza o “famigghia”
Squilla il telefono.
Mia nipote fa la videochiamata di gruppo.
Zia, voi che avete mangiato? Mamma ha fatto le polpette, ma quelle della nonna sono più buone…
Da uno dei rettangoli dello schermo appare il visino di mio nipote “pure io voglio le polpette della nonna…”
Già, le polpette della nonna.
Fritte, o al sugo, sanno sempre di famiglia…
_____________________________________________________________________________
Potrebbe essere un'immagine raffigurante 4 persone