DI LIDANO GRASSUCCI
Attraverso un bicchiere di rum
La vita di un soldato è solo un dettaglio
Qualcosa di indistinto che accade
In un breve intervallo
il mondo è davanti a me visto da una fessura, stretta bassa dentro questo cemento che mi salva. Sì, sapete sono quello che dicevano cattivo e forse buono non sono e lo so pure io.
Non sto qui per cercare di dire che si può essere meglio, sto qui perché forse ho esagerato con gli eroi, con i soldatini, con la cerbottana, con le storie di cavalieri senza macchia a difendere umili indifesi. Robin Hood era soldato, lo era Ezio generale dei romani che fermò Attila in nome di una civiltà che aveva davanti la notte e il sole dietro. Formò la furia Ezio ma dietro comunque il suo mondo faceva che fa la neve al primo sole di primavera.
Sono soldato dentro una acciaieria grande come una città, ultimo poi… Comunque non ne esco, il mondo sarà una fessura nell’eternità. Davanti mostri d’acciaio sempre più grandi, sempre più vicini e domani non ci sarò. Ho ucciso, ho ucciso a 20 anni, so che verrò ucciso a 20 anni. Sono vittima e assassino in un ragazzo solo.
I ragazzi della mia età sbagliano comunque amici mentre cercano, tutti nessuno escluso, l’amore. Amici con cui sentirsi grande con il terzo bicchiere di rum ed io ho scelto per amico un fucile.
Mi schifavano i pensatori belli, quelli che profumano di lavanda anche al funerale e che ci arrivano con un auto che vale un capitale. Ma con il fucile ho marciato e le ragazze mi guardavano bello nell’uniforme del “re”, bello nei loro desideri, ma solo davanti alla mia vodka.
Ora dicono che qui, dal mio fucile, dipende l’occidente, la pace, la libertà. Io ho solo paura e tanta, tanta che non mangio più, bevo solo vodka e me ne danno tanto, io lo prendo tutto.
Che grande il carro che viene oggi, il mio compagno urla le coordinate all’artigliere. quello sta poco lontano con l’ultimo razzo da sparare a mano. Urla, io piango anche il tenente che di anni ne ha tre più di me, fa altrettanto.
Parte la botta, odore di cordite. Lo prende il carro è una scatola di fagioli che si apre, come vedere crollare il cielo. Metto la testa bassa, l’elmetto verso la fessura, il metallo riempie ogni angolo nel suo istante.
Li abbiamo fermati. Ma torneranno.
Da dentro il carro saltano fuori quelli vivi che cercano pace a quella fonderia, urlano via. Sono ragazzi come me. Il tenente piange ancora ma senza darlo a vedere, la radio dice “bravi ragazzi”. Domani lo diranno, solo su alte frequenze, agli altri e a cercare pace da questa fonderia saremo noi o quel che di noi rimarrà.
Dicono che qui è l’ultima frontiera, lo dicono seri ma da così lontano. Ezio lo disse ai suoi soldati ma Roma era finita.
Il tenente mi passa la vodka, la vodka è l’ultima amante di noi che abbiamo amato così poco.
Se mi arrendo? Se mi pento? Se facessi queste cose sai vissuto questo poco invano e io ora voglio solo dire che ci sono stato, anche un soldato ha respirato
Che non bastò neppure a dirle addio
Ogni ragione ha la sua guerra
Tu prendi il torto e resta e rideva
Ogni ragione ha la sua guerra
Tu prendi il torto e resta e rideva