DI PIERLUIGI FERDINANDO PENNATI
Altrimenti sono problemi di altri, così qualche volta gli andiamo persino contro e lo facciamo in massa, uno di questi diritti ormai negati nella nostra Nazione è il diritto allo sciopero, sapete perché?
Perché quando qualcuno sciopera non danneggia sempre e solo sé stesso ed il proprio datore di lavoro (già, perchè scioperare significa anche rinunciare al salario, lo sapevate?) ma spesso danneggia gli utenti e se si tratta di un servizio pubblico allora sono guai e va limitato.
Fin qui tutti d’accordo, ma noi italiani facciamo le cose in grande e così ci siamo dotati di una legge che lo limita e va persino oltre, come unicum nel panorama istituzionale una commissione di esperti giuristi del lavoro accentra in sé i tre poteri costituzionali: legislativo, esecutivo e magistratura.
Come?
Semplice:
POTERE LEGISLATIVO
La commissione esprime in modo autonomo pareri vincolanti (ovvero norme obbligatorie) sulle modalità di sciopero e da decenni lo fa in modo sempre più restrittivo, sia diluendo i termini del conflitto nel tempo, che fissando franchigie e limiti a durate e servizi, al punto che ormai esistono categorie di lavoratori senza diritto di sciopero, come i bigliettai dei treni (già, non i macchinisti, i bigliettai), per scioperare si deve effettuare una lunga ed annosa procedura, detta “di raffreddamento del conflitto”, che di fatto rimanda la prima azione di sciopero di almeno due mesi mentre i lavoratori hanno già subito i torti di cui si lamentano e quindi invece di raffreddare li accende di più, e, infine, fa si che gli scioperi siano quasi inefficaci per fare pressione con le controparti datoriali.
POTERE ESECUTIVO
La commissione contesta violazioni sia alle norme generali della legge che alle ormai migliaia di restrizioni imposte (per crederci dovreste visitare il loro sito nella sezione delle delibere) per poi imporre sanzioni pecuniarie molto onerose sia a lavoratori che sindacati (per le aziende non sono previste pene) in caso di accertamento di violazione.
MAGISTRATURA
La commissione decide sui ricorsi e sulle contestazioni da lei emesse a proprio insindacabile giudizio.
Fine dei giochi.
Questa commissione è quindi costituita da insigni professori di diritto che scrivono norme, contestano violazioni alle norme da loro scritte, giudicano le risposte e comminano pene, praticamente una monarchia all’interno della nostra repubblica.
Unico modo di reagire nella nostra nazione è affidarsi alla magistratura ordinaria che, come si può immaginare, poco può fare contro norme e contestazioni scritte da chi la conosce bene ed è quasi sempre più esperto del più esperto dei giudici…
Qualche anno fa, però, un sindacato ha pensato di opporsi a questo stato di cose alzando il tiro, se esiste una violazione esisterà anche un tribunale internazionale che se ne occupa, si parla spesso ultimamente di Norimberga per i combattenti, ci sarà qualcosa anche per i lavoratori?
Forse, so tutto questo perché facendo parte di quel sindacato ho assistito qualche anno fa alle prime fasi della formazione dell’azione che dopo tentativi, ripensamenti, riunioni e contatti di ogni tipo si è oggi concretizzata in un esposto al Comitato Europeo dei Diritti Sociali, o CEDS.
Sembra un ripiego, invece non lo è, il parere del comitato è importante perché segna a propria volta un parere vincolante per il parlamento europeo e quindi per le sue varie corti di giustizia, inclusa quella dei diritti umani, e se il ricorso vedrà una condanna per l’Italia… beh, si potrà pensare ai passi successivi che questa volta saranno effettivi, ovvero per ottenere provvedimenti di censura o per avviare un iter di modifica della legge nella direzione dei diritti dei lavoratori.
Tutto questo mentre CGIL CISL e UIL invede di scioperare organizzano chermesse…
Il comunicato diramato oggi:
Reclamo USB a Strasburgo contro la continua violazione del diritto di sciopero in Italia. Il CEDS dà 30 giorni al governo Draghi per rispondere.
“USB CONTRO ITALIA” è l’identificativo dato al reclamo presentato il 31 marzo scorso da USB al Comitato Europeo per i Diritti Sociali (CEDS).
Il CEDS è un organismo di garanzia istituito con la Carta Sociale Europea – un trattato Internazionale in vigore dal 1998 – che contiene i Diritti che devono essere garantiti in tutti i paesi componenti il Consiglio d’Europa.
Il reclamo presentato da USB – preparato dal prof. Giovanni Orlandini, associato di Diritto del Lavoro all’Università di Siena e dall’avv. Danilo Conte di Firenze, della Rete Legali USB – contiene ampia documentazione contro la continua e perseverante violazione del diritto di sciopero nel nostro Paese ad opera della Commissione di garanzia per l’esercizio del diritto di sciopero, un’Authority le cui decisioni hanno espropriato il Parlamento delle proprie prerogative legislative. La Commissione di Garanzia ha infatti concretamente ampliato il divieto di sciopero attraverso centinaia di sue delibere.
Il Comitato Europeo, che ha il compito di esprimersi sulle violazioni dei diritti sociali, tra cui il diritto di sciopero come recita chiaramente l’art. 6 della Carta Sociale Europea, si è già espresso contro la legge che regola il Diritto di sciopero in Italia, in particolare sull’uso della precettazione in modo particolare nel settore dei trasporti, dove il ricorso a tale strumento è continuo e finalizzato ad impedire l’effettuazione degli scioperi.
Fino ad oggi nessun’altra organizzazione sindacale ha promosso un reclamo al Ceds contro la violazione del diritto di sciopero nel nostro Paese, che si distingue per la pervicace volontà di cancellare questo diritto, il più importante a disposizione dei lavoratori previsto dalla nostra Costituzione.
Il CEDS ha inviato il reclamo al Governo italiano, che entro 30 giorni dovrà esprimere le proprie osservazioni contro l’ammissibilità del reclamo. Il termine è stato fissato dal CEDS al 31 maggio, successivamente ci sarà la decisione del Comitato Europeo.
Unione Sindacale di Base