DI NICOLA FRATOIANNI
Michele Santoro ha ragione, oggi “Pace” è una parola proibita, quasi censurata, in televisione come sulle pagine dei giornali.
Per questo il suo appello presentato oggi insieme a Sabina Guzzanti e Marco Tarquinio rappresenta un contributo importante, prezioso, in un momento difficile e complesso come quello che stiamo attraversando.
Dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina l’unica risposta è stata quella delle armi e di un’escalation che ha, progressivamente, cancellato la pace come terreno di una iniziativa politica e diplomatica.
Nel nostro Paese l’informazione ha largamente sostenuto questo approccio, riducendo al minimo lo spazio di un dissenso che, in Italia, è assai significativo.
Spesso e volentieri chi sostiene le ragioni della Pace e propone la diplomazia come strada necessaria viene additato come il nemico pubblico numero uno.
Noi, tra i pochissimi a votare contro queste scelte dal principio, accogliamo positivamente questa iniziativa e continueremo a batterci per dare forza al movimento pacifista, alla trattativa come unica soluzione. Nelle aule del Parlamento come nelle strade e nelle piazze del Paese.
Innanzitutto nell’interesse delle popolazioni civili, che in Ucraina pagano ogni giorno il prezzo più alto di questa guerra.
Per questo il Parlamento deve riunirsi e affrontare di nuovo in Aula questa tragedia, di fronte ad uno scenario profondamente cambiato dopo 83 giorni dal suo inizio, e potendo esprimere un voto sui rischi di escalation bellica e sull’invio delle armi.
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