DI NICOLA FRATOIANNI
L’intervento di Draghi oggi in Parlamento arriva con grande, troppo, ritardo. Quasi tre mesi di guerra senza discutere.
Un ritardo grave, reiterato e colpevole, soprattutto pensando al viaggio di Draghi a Washington da Biden, per discutere della posizione italiana ed europea senza che fosse frutto di un dibattito parlamentare.
Accolgo con piacere che, finalmente, il tema del negoziato e della trattativa comincia timidamente ad affacciarsi sulla scena pubblica.
Bene, visto che fino a ieri chi pronunciava parole come pace, diplomazia o trattativa veniva bollato e condannato come amico di Putin. Un passo in avanti, ma ancora insufficiente.
Anzi, del tutto inefficace se accompagnato da un nuovo invio delle armi e dall’allargamento della Nato, che vede al suo interno un dittatore spietato come Erdogan, a capo di un regime che ha messo in galera parlamentari dell’opposizione e bombarda quotidianamente la popolazione curda. Sono davvero questi i nostri “valori”?
L’Alleanza Atlantica e l’Europa non possono continuare a sovrapporsi in funzioni e ruoli.
Una difesa integrata europea non è complementare al rafforzamento e alla continua estensione della Nato.