DI LEONARDO CECCHI
Dopo anni di calvario, Marco e Francesca, coppia del novarese, pagano così il loro gesto.
Erano una normale famiglia italiana, fino a qualche anno fa. Sposati, con figli, un lavoro. Poi Marco, 51 anni, il lavoro l’ha perso. È passato del tempo, e la loro famiglia è entrata a far parte delle oltre 2 milioni in povertà.
Per questo nel 2020 Marco e Francesca sono entrati in un supermercato e hanno sottratto quei pochi prodotti. Non avevano soldi, ma una famiglia da sfamare ancora ce l’avevano.
Da quella data, va avanti un calvario che si è concluso poco tempo fa, proprio nel 2022. Dopo due anni di processo, la Cassazione ha infatti confermato la condanna a 2 mesi di reclusione per ambedue.
L’ha fatto nonostante il parroco del paese dove vivono, nel novarese, abbia testimoniato le loro enormi difficoltà economiche.
Per la Cassazione non è stato così perché “c’erano valide alternative”, cioè le spese solidali.
Alla Cassazione non è passato per il cervello che a volte le persone, specialmente nei piccoli paesi, possano vergognarsi. O che gli aiuti, su cui pure il Terzo settore fa miracoli, sono a volte una tantum.
Di storie come quella di Marco e Francesca in Italia ce ne sono tante, troppe.
L’emergenza alimentare e la povertà assoluta vanno affrontate dallo Stato con il diritto all’alimentazione per chi è in difficoltà.
Lo può fare con il Reddito alimentare. Costa poco allo Stato e può aiutare molti.
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