DI GIOACCHINO MUSUMECI
Dunque, la notizia è questa: il Gen. Austin ministro della difesa Usa tratta cessate il fuoco con gen. Shoigu ministro della difesa difesa Russa.
Se la realtà non è cambiata in queste ore, la Russia è ancora in guerra con l’Ucraina e mi domando come mai le trattative per il cessate il fuoco si svolgano tra Usa e Russia, due stati formalmente non in guerra. A meno che il conflitto Ucraino non sia veramente quella guerra per procura sempre negata contro la Russia.
Secondo il diritto internazionale gli stati assistenti militari dell’Ucraina non possono condurre trattative per il cessate il fuoco. Cina, Israele e Turchia occupano il piano diplomatico ma a quanto pare Washington vuole comunque dirigere le danze ed è chiaro che questo va bene anche a Mosca.
Tuttavia non è chiaro cos’abbia spinto Biden a intraprendere un percorso in totale contrasto con la linea interventista e tranchant di questi ultimi mesi.
Ci sono in gioco diverse ipotesi: gli Usa non hanno trovato conforto nell’Unità Europea e l’unica piazza veramente utile è l’Italia che mette a repentaglio perfino intere economie regionali pur di assecondare Washington.
Come segnala l’Unione Sarda, fino al 27 Maggio 17 spiagge e il Porto di Cagliari sono bloccati da Esercitazioni Nato. Questo significa mandare all’aria l’impianto stagionale estivo con perdite incalcolabili. E’ ovvio che un tale livello di zerbinaggio istituzionale altrove non sarebbe possibile e senza Francia e Germania allineate i disegni di Washington sono molto inibiti.
Anche sul fronte sanzioni la Ue è frammentata: se inizialmente si è propagandata l’Europa coesa, col passare del tempo la realtà è calata come una mannaia e la dipendenza energetica, accentuata dalla cecità di sanzioni con prospettive disastrose per l’economia Ue, ha provocato le reazioni della grande finanza. No Economy= No speculation= No party.
Come segnalato altrove, nessuno è disposto a perdere capitali per l’Ucraina ma creare condizioni per enormi guadagni quello si. E a spese dell’Ucraina tutti hanno ottenuto ciò che volevano: un conflitto gonfiato da una macchina propagandistica abnorme, prospettive di guadagni colossali da Piani Marshall nuovi di Zecca.
Per Putin il riconoscimento della Crimea e la possibile autonomia del Donbass sancita con un referendum.
Tutti esiti scontati di cui si è parlato fin dal principio dell’invasione. In Ucraina rifiorirà il nazionalismo sulle ceneri della democrazia millantata e vilipesa da oligarchi mai sconfitti, Zelensky occuperà il piano propagandistico e nulla più.
Resta da capire perché il ruolo del governo ucraino sia così marginale laddove dovrebbe essere di primaria importanza. In ultima istanza la strana trattativa americana potrebbe essere condizionata da due fattori: l’imbarazzante questione Biolab ucraini finanziati dagli Usa su cui Mosca preme per chiarimenti affermando di possedere prove molto compromettenti, dall’altra Cina e India, una dopo l’altra, hanno bloccato le esportazioni del grano gettando le basi per una crisi alimentare globale. Quando pasta e pane diverranno un lusso per pochi e si triplicherà il flusso migratorio nelle nostre coste, vedremo se per fare la spesa basterà pronunciare “ Slava Ukraina”.
I cittadini dovrebbero chiedersi che ci sia dietro lo sterile slogan non solo quando pronunciato dai vari Meloni e Salvini tanto facilmente detestati; sarebbe altrettanto logico porsi la domanda quando lo slogan sia appannaggio del presidente Zelensky, a capo di una nazione sostenuta da propaganda mistificante anche davanti a prospettive di disastri planetari. Oltre l’ovvietà dell’invasione da rigettare non scordarsi mai di pensare in totale libertà senza temere l’arma del giudizio spurio e le varie liste di proscrizione oggi tanto di moda.
Sarcasmo e ironia dissacranti sono la riposta contro una fede creata a tavolino che non può funzionare contro logica e raziocinio. Tant’è che come ha fatto notare Credit Swisse e non Zelensky né Biden né Draghi, si può stampare denaro ma non grano e gas.
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17 Maggio 2022