DI ENNIO REMONDINO
La Casa Bianca ha annunciato misure per allentare le sanzioni verso Cuba e Venezuela. Generosità politica interessata legata al petrolio di Maduro in sostituzione di quello di Putin, e per Cuba, in una sperata riduzione delle pressioni migratorie che, col fenomeno inflazione, sono al primo posto nelle attenzioni della popolazione e delle polemiche.
Ripensamenti di convenienza
Il governo americano ha deciso di allentare le sanzioni nel settore energetico venezuelano per promuovere ‘la ripresa del dialogo tra il regime e l’opposizione’, la versione nobile di una scelta assolutamente utilitaristica legata al mercato petrolifero, mentre per i cubani vengono sospesi gli ultimi provvedimenti presi da Trump nei confronti di L’Avana, che prevedevano limiti all’invio delle rimesse da parte degli espatriati, la sospensione dei ricongiungimenti familiari e la riduzione ai minimi termini delle connessioni aeree con l’isola.
«Ora saranno aumentati voli, permessi per ricongiungimento familiare e tetto delle rimesse, sperando con questo di frenare la fuga di migranti clandestini», segnala Federico Larsen su Limes. «Mentre Caracas potrà invece riprendere le attività di estrazione e commercializzazione di greggio insieme alla statunitense Chevron».
Novità e tornaconti
Le novità più significative riguardano il Venezuela, sottoposto ad embargo petrolifero Usa dal 2019, nonostante l’americana Chevron possieda quattro joint-con la statale Petróleos de Venezuela S.A., che prima del divieto Usa produceva circa 200 mila barili di petrolio al giorno. Nel 2016 il tutte le compagnie del Venezuela produceva circa 2,3 milioni di barili di greggio al giorno, a marzo del 2022 la media è stata di 755 mila.
«La licenza speciale a Chevron potrebbe anche aprire le porte alla concessione delle attesissime autorizzazioni oil-for-debt da parte del Tesoro statunitense a favore di altre aziende internazionali, tra cui la spagnola Repsol e l’italiana Eni, che a causa delle sanzioni mantengono debiti con gli Usa», segnala sempre Limes.
“Ovviamente non si parla ufficialmente solo di petrolio ma anche di democrazia e di ripresa del dialogo tra il governo di Nicolás Maduro e le opposizioni”.
Cuba, apertura elettorale ‘anti migranti’
L’allentamento delle restrizioni contro Cuba mira alla riduzione della pressione migratoria verso gli Usa, «tallone d’Achille dell’amministrazione Biden in vista delle elezioni di mid-term». «La chiusura del consolato statunitense a L’Avana e soprattutto il blocco imposto alle rimesse –spiega Federico Larsen-, hanno portato molti cubani a tentare l’espatrio via Messico o a richiedere il visto all’ambasciata in Guyana».
Rispunta lo Sceriffo ed è subito inciampo
Assolutamente in controtendenza, contraddizione esasperata della politica estera Usa, l’intenzione di Washington di escludere Cuba, Nicaragua e Venezuela dal Summit delle Americhe del 6 giugno a Los Angeles. Messico, Bolivia, Honduras e 14 paesi caraibici hanno già annunciato che boicotteranno il vertice se non saranno presenti tutti i paesi del continente.
Build Back Better World
Imbarazzo della Casa Bianca -sempre Limes-, «che sperava di poter mostrare al mondo una dichiarazione continentale contro l’invasione russa dell’Ucraina e una leadership rinnovata sul cosiddetto ‘giardino di casa’ in cambio della partecipazione dei paesi latinoamericani a ‘Build Back Better World’, il progetto di cooperazione per il post-pandemia che vorrebbe essere un’alternativa alle nuove vie della seta».
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20 Maggio 2022