DI GIOACCHINO MUSUMECI
IL NOSTRO GOVERNO SI REGGE SU 51 VOTI DI FIDUCIA. DRAGHI COME MONTI ma in soli 15 mesi.
Draghi gestisce il governo come fosse una banca dato che la politica non dev’essere popolare e quindi parlamentare ma finanziaria.
Il metodo coercitivo di Draghi si palesa col ricatto del PNRR: “Il governo, nel rispetto delle prerogative parlamentari- comunica Draghi- deve rappresentare che, senza una sollecita definizione dei lavori del Senato con l’iscrizione in Aula del provvedimento ed una sua rapida approvazione entro fine maggio, sarebbe insostenibilmente messo a rischio il raggiungimento di un obiettivo fondamentale del PNRR”.
Ogni giorno scivoliamo sempre di più in una dimensione avulsa da quella della democratica parlamentare. Il premier scrive alla presidente del senato invocando l’approvazione di una legge in tempi brevi. Molto singolare e inusuale.
Il governo non si proietta su un piano di condivisione ma percorre un binario isolato, contraddittorio e esente da critiche.
Il rispetto delle prerogative parlamentari non dovrebbe contemplare un numero spropositato di voti di fiducia. Se il governo sostenuto da una maggioranza tanto ampia deve ricorrere all’artificio della fiducia, non c’è accordo su nulla.
Questa non è forza politica, è fragilità delle istituzioni divenute trascurabili corollari di un premier monocratico.