SINDACO LEGHISTA: “ALPINI PROVOCATI, COME ME, DA GIOVANI CON GONNE TROPPO CORTE”

DI CLAUDIA SABA

 

“Era lì, a piedi sul viale principale, c’erano tanti alpini, la prevalenza era di maschi. Lanciava sguardi. Era innaturale che una così giovane volgesse sguardi ammiccanti agli uomini presenti, che non conosceva, fra cui me che ho 53 anni.
Aveva la gonna corta, era mora ma il viso non me lo ricordo”.
Poveri alpini.
Accusati di essere “molestatori” quando invece le vere vittime di Rimini sono proprio loro.
Provocati dalle gonne corte di ragazze more e dai loro sguardi ammiccanti.
A pensarlo, senza che lo colga alcun dubbio, è Cristiano Zuliani, senatore della Lega.
L’8 maggio c’era anche lui al raduno di Rimini.
“Ero presente” – dice. “Secondo me non era una prostituta, era fra i 20 e i 30 anni. Non so chi potesse avere l’interesse di screditare gli alpini.
Come lo ha fatto con altri lo ha
fatto anche con me”.
Questo signore, sindaco del comune di Concamarise, non ricorda i volti della donna che lo avrebbe importunato, ma ricorda bene gonne corte, gambe e sguardi.
E domani, 23 maggio, porterà una mozione a sostegno degli alpini nel consiglio comunale del suo paese.
Continuerà poi la sua battaglia pro-alpini in piazza con una bella “risottata”.
Dove sarà gradito un “cappello da alpino”.
Alla lettura di un delirio simile, tremo.
Perché Cristiano Zuliani “guida” un paesino di uomini e donne.
E di bambini che riceveranno certamente un ottimo esempio da questa sua “festa” contro le donne.
Donne che lo hanno votato proprio così com’è.
E mi chiedo perché alcune di noi continuano ad essere tanto masochiste.
Ad auto flagellarsi.
A farsi umiliare e sminuire da chi, sin dal suo primo vagito, ci reputa soltanto delle “puttane”.
Questa è la realtà care noi.
Quella di esaltare maschi narcisi.
E pure la nostra che ancora non comprendiamo quanto sia umiliante abbassare la testa e dire sempre “si” alla prevaricazione di certi “uomini” che vogliono impedirci una giusta parità di diritti.
Abbiamo bisogno di guerriere e guerrieri per vincere.
Altrimenti, per il futuro, non resta che augurarci solo figli maschi.